Kyle Armstrong, un agente dell'FBI, ha rivelato che al momento l'ente governativo conta 130 indagini in corso legate al settore delle criptovalute. In particolare, è la vendita di droghe sul dark web a destare le maggiori preoccupazioni.
Durante il proprio discorso alla conferenza Crypto Evolved di New York, l'agente supervisore ha tuttavia sottolineato che tale cifra rappresenta soltanto "un minuscolo frammento" di tutti le inchieste dell'FBI, il cui numero di casi supera le migliaia. Ciononostante l'agenzia ha notato un allarmante incremento di attività illegali agevolate dall'utilizzo di pagamenti in criptovalute.
I 130 fascicoli dell'FBI coprono una vasta gamma di crimini, compreso traffico di esseri umani, rapimenti, attacchi ransomware e vendita illecita di sostanze stupefacenti. È in particolare in quest'ultima attività che si concentrano attualmente gli sforzi dell'agenzia, spiega Armstrong mettendo in evidenza l'epidemia di oppioidi che si sta diffondendo in tutti gli Stati Uniti.
L'uomo ha inoltre rivelato che il dark web rappresenta circa il 10% delle vendite globali di droghe. Il Global Drug Survey dello scorso anno mostra statistiche molto simili: il 10,1% degli utilizzatori di sostanze stupefacenti effettua i propri acquisti sul dark net.
Armstrong, a capo della Virtual Currency Initiative presso l'FBI, ha spiegato che, nonostante la tecnologia blockchain alla base delle criptovalute renda molto più semplice per gli investigatori tracciare i movimenti di denaro rispetto ai classici contanti, il relativo anonimato delle transazioni potrebbe rappresentare un ostacolo.
A febbraio, uno studio sull'ecosistema del dark web ha riscontrato che il Bitcoin sta velocemente perdendo popolarità nel mercato nero, probabilmente a causa della sua diffusione e delle salate commissioni al tempo necessarie per portare a termine le transazioni.