Il principale funzionario della Federal Reserve in materia di regolamentazione ritiene che il personale della banca centrale statunitense dovrebbe essere autorizzato a investire piccole somme in crypto, al fine di comprenderne meglio la tecnologia sottostante.

Martedì, durante un evento dedicato alla blockchain tenutosi nel Wyoming, Michelle Bowman, vicepresidente della Fed responsabile della supervisione, ha affermato che l'autorità di regolamentazione dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di consentire al proprio personale di detenere “quantità minime di crypto o altri tipi di asset digitali, in modo da poter acquisire una comprensione pratica delle relative funzionalità”.

“Stabiliremo presto un quadro normativo per la supervisione degli emittenti di questi asset”, ha aggiunto.

“Non si può sostituire l'esperienza e la comprensione di come si svolge il processo di acquisizione e trasferimento della proprietà.”

Attualmente, alla maggior parte dei membri dello staff della Fed e ai loro coniugi è vietato detenere crypto o prodotti focalizzati sulle crypto, come gli exchange-traded fund o le azioni di società crypto.

La Fed ha inasprito le norme sugli investimenti a inizio 2022, in seguito alla rivelazione che tre alti funzionari avevano svolto attività di trading insolite nel 2020, mentre l'autorità di regolamentazione adottava misure a sostegno dell'economia statunitense agli albori della pandemia di COVID-19.

Consentire uso delle crypto può aiutare il reclutamento e la regolamentazione

Bowman ha dichiarato che le restrizioni agli investimenti imposte al personale della Fed “potrebbero costituire un ostacolo al reperimento e al mantenimento di esperti con le competenze necessarie” e che un allentamento delle norme aiuterebbe il personale esistente a comprendere meglio tale tecnologia.

Michelle Bowman durante il suo discorso preliminare al Wyoming Blockchain Symposium 2025 tenutosi martedì. Fonte: YouTube
“Non mi fiderei mai di qualcuno che non ha mai messo gli sci ai piedi per insegnarmi a sciare, indipendentemente da quanti libri e articoli abbia letto o addirittura scritto sull'argomento.”

Bowman esorta la Fed a non “rimanere inerti”

Durante il discorso, Bowman ha sottolineato che le autorità di regolamentazione bancaria adottano un approccio eccessivamente prudente, esortandole a essere meno scettiche nei confronti dei nuovi prodotti finanziari e a “riconoscerne l'utilità e la necessità di abbracciare la tecnologia nel settore finanziario tradizionale”.

Secondo Bowman, alcuni banchieri temono che la tecnologia blockchain possa minacciare i modelli di business tradizionali, sebbene possa “cambiare il sistema bancario indipendentemente dalla risposta delle banche e delle autorità di regolamentazione”.

Bowman ha quindi aggiunto: “Dobbiamo scegliere se accogliere il cambiamento e contribuire a definire un quadro affidabile e duraturo, che garantisca sicurezza e solidità e incorpori i vantaggi dell’efficienza e della velocità, oppure restare inerti e lasciare che le nuove tecnologie aggirino completamente il sistema bancario tradizionale”.

“Dal punto di vista di un'autorità di regolamentazione, la scelta è chiara.”

Bowman riconosce i rischi legati all'adozione di nuove tecnologie, ma ritiene che questi possano essere compensati o “almeno considerati gestibili se si riconoscono e si valutano i potenziali vantaggi di tali innovazioni”.

Spinta pro-crypto di Trump

Bowman non ha specificato i tipi di prodotti crypto o gli importi che suggerirebbe alla Fed di consentire, nondimeno le sue considerazioni rappresentano le più recenti dichiarazioni crypto-friendly rilasciate dalle autorità di regolamentazione sotto l'amministrazione Trump.

Come è noto, venerdì la Fed ha dichiarato che avrebbe terminato un programma di supervisione per le attività legate alle criptovalute e alla blockchain intraprese dalle banche, istituito dall'amministrazione Biden nel 2023.

Inoltre, a inizio mese il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone alle autorità di regolamentazione bancaria di indagare sulle accuse di debanking mosse dal settore delle criptovalute e dai conservatori.