Come recentemente riportato, Fidelity Investments sarebbe nelle fasi finali di sperimentazione di una stablecoin ancorata al dollaro USA, a testimonianza dell'ultima operazione dell'azienda nel settore degli asset digitali, nell'ambito di un contesto normativo più favorevole nei confronti delle criptovalute sotto l'amministrazione Trump.
Il gestore patrimoniale da 5.800 miliardi di dollari intende lanciare la stablecoin attraverso la sua divisione specializzata, Fidelity Digital Assets, secondo quanto riportato il 25 marzo dal Financial Times che cita fonti anonime a conoscenza della questione.
Lo sviluppo della stablecoin farebbe parte di una più ampia politica di servizi basati sulle criptovalute da parte dell'asset manager. Fidelity ha inoltre avviato una categoria di azioni “OnChain” basata su Ethereum per il suo fondo del mercato monetario statunitense.
Nel documento depositato da Fidelity il 21 marzo presso l'autorità di vigilanza statunitense, emerge che la classe di azioni OnChain aiuterà a tracciare le transazioni del Fidelity Treasury Digital Fund (FYHXX), un fondo da 80 milioni di dollari costituito quasi interamente da buoni del Tesoro USA.
In attesa di approvazione da parte dell'autorità di vigilanza, la classe di azioni OnChain dovrebbe entrare in vigore il 30 maggio, precisa Fidelity.

Deposito di Fidelity volto a registrare versione tokenizzata del Fidelity Treasury Digital Fund. Fonte: Securities and Exchange Commission

In seguito all'elezione del Presidente Donald Trump, un numero sempre maggiore di istituzioni finanziarie statunitensi si accinge a lanciare offerte basate su criptovalute.
Custodia e Vantage Bank hanno lanciato la “prima stablecoin americana emessa da una banca” sulla blockchain permissionless di Ethereum, che agirà come un “dollaro reale” e non come un dollaro “sintetico”, come le ha definite il governatore del Federal Reserve Board Christopher Waller lo scorso 12 febbraio.

Fonte: Caitlin Long

In precedenza Trump ha segnalato che la sua amministrazione intende rendere la politica sulle criptovalute una priorità nazionale e gli Stati Uniti un hub globale per l'innovazione della blockchain.

Richiesta per ETF spot su SOL di Fidelity è un "test normativo"

Lo sforzo di Fidelity in materia di stablecoin si concretizza un giorno dopo che Cboe BZX Exchange, una borsa valori statunitense, ha richiesto l'autorizzazione a quotare un fondo negoziato in borsa (ETF) proposto da Fidelity contenente Solana (SOL), come risulta dai documenti depositati il 25 marzo. 
Secondo Lingling Jiang, partner della società di capitali di rischio crypto DWF Labs, il deposito potrebbe fornire indicazioni sull'attitudine regolamentare della SEC nei confronti degli ETF Solana.
“Tale deposito è più di una semplice proposta di prodotto: è un test normativo”, sostiene Jiang a Cointelegraph, aggiungendo:

“Se approvata, segnerebbe una posizione di evoluzione da parte della SEC in grado di riconoscere la differenziazione funzionale tra le blockchain”.

“Accelererebbe lo sviluppo di prodotti finanziari conformi legati agli asset di nuova generazione e per i market maker ciò significa più strumenti, più coppie e, in ultima analisi, più velocità nel sistema”, conclude Jiang. 
Al contempo, gli operatori del settore delle criptovalute sono in attesa della legislazione statunitense relativa alle stablecoin, prevista entro i prossimi due mesi.
Il GENIUS Act, acronimo di Guiding and Establishing National Innovation for US Stablecoins, stabilirebbe delle linee guida sulla collateralizzazione per gli emittenti di stablecoin, richiedendo al contempo il pieno rispetto delle leggi antiriciclaggio.
Un segnale positivo per l'industria è che il disegno di legge sulle stablecoin possa arrivare sulla scrivania del presidente entro i prossimi due mesi, secondo Bo Hines, direttore esecutivo del Council of Advisers on Digital Assets del presidente.

Traduzione a cura di Walter Rizzo