Pare che Changpeng Zhao (CZ), l'ex CEO di Binance, possieda il 64% dell'offerta circolante di Binance Coin (BNB), ovvero circa 94 milioni di token: lo rivela un recente report di Forbes.
Secondo un'analisi forense condotta da Gray Wolf Analytics e da Forbes, 80 milioni di token BNB sono stati assegnati al team fondatore di Binance. L'azienda controlla ancora 46 milioni di quei token originali.
Il report rivela inoltre che Binance e CZ detengono congiuntamente il 71% dei 147 milioni di BNB in circolazione. Zhao, grazie alla sua partecipazione del 90% in Binance e al valore dei suoi investimenti in crypto, è oggi alla 24° posizione tra le persone più ricche del pianeta: possiede infatti un patrimonio netto stimato di 61 miliardi di dollari.
Tokenomics di BNB
BNB è il token nativo dell'exchange Binance, utilizzato per le commissioni e le ricompense sulla piattaforma. Questo utility token ha un'offerta massima di 200 milioni, con oltre 153 milioni di token attualmente in circolazione sul mercato.
Al prezzo di 593$ per token, l'attuale market cap di BNB è di oltre 91 miliardi di dollari. BNB ha goduto di una bull run che ha più che raddoppiato il suo prezzo, dai minimi di circa 290$ nel gennaio 2024 ai massimi di 724$ questo mese.
Dipartimento di Giustizia vs. CZ
Nel 2023, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato l'incriminazione di Zhao e Binance per presunta violazione delle leggi sul riciclaggio di denaro. Zhao, che all'epoca era il CEO dell'exchange, ha deciso di patteggiare con i pubblici ministeri statunitensi.
CZ si è dichiarato colpevole di aver violato il Bank Secrecy Act e ha accettato di abbandonare il suo ruolo di guida di Binance; gli è succeduto l'attuale CEO Richard Teng. L'accordo prevedeva anche una multa di 50 milioni di dollari per l'ex CEO e di ben 4,3 miliardi di dollari per Binance. Inoltre il DOJ ha nominato la Forensic Risk Alliance, una società di consulenza indipendente, per monitorare l'azienda per i prossimi tre anni.
Il 30 aprile Zhao è stato condannato a quattro mesi di carcere dal giudice federale statunitense Richard Jones: una pena tutto sommato abbastanza leggera, se comparata ai tre anni originariamente raccomandati dai procuratori statunitensi.