I Paesi che rappresentano le più grandi economie del pianeta hanno dichiarato di volersi opporre al progetto Libra di Facebook.
Secondo quanto recentemente riportato da Reuters, le banche centrali e i ministri delle finanze di Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Francia, Italia e Regno Unito (Gruppo dei Sette, abbreviato in G7) pianificano di ostacolare la diffusione di qualsiasi stablecoin globale prima che vengano introdotte regolamentazioni adeguate:
"Il G7 continua a sostenere che nessun progetto stablecoin globale dovrebbe iniziare ad operare fino a che non verranno adeguatamente definiti i requisiti legali, normativi e di supervisione, attraverso una progettazione appropriata e aderendo agli standard applicabili."
Tale dichiarazione arriva dai rappresentanti dei sette Paesi, che si sono riuniti nel giugno del 2019 per esaminare come le banche centrali possano efficacemente regolamentare le criptovalute. Il gruppo ha espresso preoccupazione su come garantire che gli asset digitali risultino conformi alle leggi antiriciclaggio e alle norme sulla protezione dei consumatori. Nell'ottobre dello scorso anno, il G7 ha affermato che le "stablecoin globali" rappresentano una minaccia per il sistema finanziario globale.
Di conseguenza, la stablecoin Libra di Facebook potrebbe non ottenere l'approvazione da parte degli organi di regolamentazione per ancora molto tempo. Lo scorso anno, la Francia ha stretto una collaborazione con Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi per impedire il lancio di Libra in Europa. Ad aprile, la Financial Stability Board del G20 ha pubblicato uno studio completo sulle stablecoin, presentando dieci consigli su come regolamentarle in maniera efficace.
Il G7 ha anche discusso degli attacchi ransomware, sottolineando che "rappresentano una minaccia per le funzioni essenziali nonché per la nostra sicurezza e prosperità collettiva". Sin dall'inizio della pandemia, il numero di questi attacchi è significativamente aumentato in Stati Uniti, Francia, Germania, Grecia e Italia.