Scott Minerd, chief investment officer di Guggenheim Partners, ha chiarito durante un'intervista recentemente rilasciata a Bloomberg Markets le sue opinioni apparentemente contraddittorie sul potenziale di Bitcoin, svelando che alcuni fondi privati di Guggenheim hanno investito nella criptovaluta.

Minerd, che gestisce l'AUM di 275 miliardi di dollari di Guggenheim, in un'intervista rilasciata a fine 2020 aveva previsto che Bitcoin sarebbe arrivato a 400.000$, una delle più alte previsioni mai formulate da parte di un importante dirigente del mondo istituzionale; tuttavia, più recentemente ha dichiarato in un tweet che il mercato potrebbe essere surriscaldato. A causa di questo cambio di opinione, alcuni utenti lo hanno accusato di manipolazione del mercato.

Venerdì Minerd ha chiarito che il suo obiettivo di prezzo rialzista a lungo termine rimane valido, ma che potrebbe ancora realizzarsi un pullback ribassista a breve:

"La crescita parabolica di Bitcoin è insostenibile nel lungo periodo, è vulnerabile ad un calo. L’obiettivo tecnico dei 35.000$ è stato superato. Ora è il momento di uscire dal mercato."

"Stiamo vedendo un improvviso interesse nell'ambito retail [...] molti crypto outlet stanno iniziando a limitare gli ordini perché non riescono a gestire la domanda". 

Si veda, ad esempio, il caso di eToro: la società ha recentemente avvisato i propri utenti del fatto che, a partire da questa settimana, entreranno in vigore dei limiti agli acquisti. Minerd ha notato che una domanda così forte potrebbe essere un segno di un rally sovraesteso nel breve termine, ma la narrazione, alla fine, sembra indirizzata a favore di Bitcoin:

"L’altra faccia della medaglia di questo rally è che sta dimostrando come le crypto stiano diventando molto più mainstream. Il prezzo di 400.000 dollari di cui ho parlato si basava sulla fornitura di oro nel mondo, e le crypto sono più attraenti dell’oro sotto molti punti di vista."

Minerd ha fatto notare che, rispetto all’oro, BTC possiede benefici come la portabilità e la facilità di transazione.  

Quando gli è stato chiesto se qualche fondo di Guggenheim avesse già investito in Bitcoin, Minerd ha risposto:

"Non credo che nessuno dei nostri fondi comuni d'investimento l’abbia fatto."

L'azienda potrebbe comunque prendere in considerazione tale possibilità, qualora la domanda dei clienti dovesse aumentare. I fondi più piccoli di Guggenheim hanno invece già investito nella criptovaluta:

“In alcuni dei nostri fondi privati abbiamo già acquistato". [...] L’ho già consigliato a qualcuno. Se credete a quello che ho detto, ovvero che alla fine arriverà a 400.000, il 2% del vostro portfolio diventerà il 20%".

La prospettiva rialzista di Minerd si basa anche su un'analisi storica a lungo termine. All'inizio dell'intervista ha osservato che "potremmo entrare in un'età dell'oro" e che "ci sono stati dei paragoni con gli anni Venti dopo l'influenza spagnola". 

In definitiva Minerd si aspetta che, dopo la pandemia di Covid, si verificherà un afflusso di fondi retail verso i mercati: ciò potrebbe anche portare ad una crescita delle crypto.