Diverse organizzazioni specializzate nel settore delle criptovalute, tra cui alcune società di mining di Bitcoin (BTC), starebbero valutando un ritorno negli Stati Uniti, principalmente a causa delle incertezze geopolitiche. Tuttavia, la società di mining di BTC Hive Digital Technologies continua a puntare sul potenziale inesplorato del mercato latinoamericano (LATAM).
In un'intervista esclusiva rilasciata a Cointelegraph, il presidente e CEO di Hive Digital Technologies, Aydin Kilic, ha affermato che il Paraguay rappresenta un'opportunità interessante per il lungo termine grazie alla sua “stabilità geopolitica, all'energia idroelettrica a basso costo e a un governo favorevole agli investimenti stranieri”.
Proseguendo da dove era rimasto Bitfarms
A gennaio Hive ha acquisito l'impianto da 200 megawatt (MW) di Bitfarms a Yguazú per 56 milioni di dollari. Ad aprile è stata completata la prima fase dell'infrastruttura di un data center da 100 MW presso il sito, in grado di supportare cinque esahash al secondo (EH/s) di mining tramite circuiti integrati specifici per applicazioni (ASIC).
Hive prevede di espandere a 300 MW gli impianti di mining in Paraguay entro il 2025. L'obiettivo è aumentare l'hashrate a 25 EH/s entro settembre.
Il CEO riferisce come Hive abbia trascorso oltre un anno a coltivare solide relazioni di cooperazione con gli stakeholder locali in Paraguay. “Stiamo investendo nell'assunzione di personale locale, in programmi di formazione e in solide partnership con i fornitori. Il nostro obiettivo è creare un ecosistema locale di supporto che mantenga stabili i costi aumentando al contempo l'operatività e l'efficienza”, aggiunge.
Sebbene sia stata avanzata una proposta di divieto del mining di criptovalute in Paraguay a causa della pressione che esso esercita sull'approvvigionamento elettrico del Paese e del potenziale aumento dei prezzi dell'elettricità, Aydin sostiene che il suo team è attivamente coinvolto con i responsabili politici al fine di promuovere la chiarezza e la cooperazione nella legislazione sul mining.
Hive abbraccia diversificazione globale per tutelarsi da rischi geopolitici
Hive dispone di data center in Canada, Svezia e Paraguay. In contrasto con la sua espansione in corso in America Latina, la società sta trasferendo la propria sede centrale a San Antonio, in Texas.
“La nostra crescente presenza in Nord e Sud America crea un'impronta equilibrata e resiliente agli shock geopolitici o alle politiche commerciali”, aggiunge Kilic.
I dazi statunitensi sulle importazioni dalla Cina hanno sollevato perplessità circa l'aumento dei costi delle attrezzature per il mining, come gli ASIC. Kilic spiega a Cointelegraph che l'azienda ha diversificato i canali di approvvigionamento degli ASIC e dei componenti elettrici per evitare la dipendenza da una singola regione.
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Per garantire il passaggio da 6 a 25 EH/s, il CEO riporta inoltre che l'azienda ha già confermato importanti ordini di ASIC, assicurato l'accesso all'energia elettrica attraverso accordi bilaterali a lungo termine e ampliato la propria capacità ingegneristica in tre continenti per far fronte alle incertezze del mercato e tecnologiche.
Redditività del mining di Bitcoin è fondamentalmente un'equazione fisica
Kilic ritiene che il profitto derivante dal mining di Bitcoin sia un'equazione fisica. Egli ha spiegato a Cointelegraph che le spese operative e di capitale dipendono da un'analisi basata sull'hash rate, al fine di individuare il modo più redditizio per finanziare la propria attività attraverso il tesoro in BTC e le vendite di ATM.
Sebbene la community del solo mining possa avere maggiori difficoltà a realizzare profitti, il CEO ha suggerito di focalizzarsi sulle variabili controllabili: “Che si gestisca un solo rig o diecimila, ciò che conta è controllare input come i costi operativi, i costi energetici e il tempo di attività delle macchine per ottenere risultati prevedibili, massimizzando l'efficienza energetica, riducendo al minimo i tempi di inattività e gestendo in modo disciplinato la tesoreria”.
Traduzione a cura di Walter Rizzo