Un ventiquattrenne di New York si è dichiarato colpevole di aver ottenuto oltre 7 milioni di dollari in aiuti per il COVID-19 tramite richieste di prestito fraudolente, nonché di aver condotto una Initial Coin Offering illegale nel 2018.

Secondo un documento del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, il taiwanese Justin Cheng, detto anche "Justin Jung", tra maggio e agosto 2020 avrebbe presentato una serie di richieste di prestito online, accompagnate da documenti fiscali e conti falsificati.

I documenti presentati da Cheng includevano il pagamento di tasse fittizie, nonché i nomi di 200 presunti dipendenti con un salario mensile complessivo di 1,5 milioni di dollari. L'elenco comprendeva persino nomi di personaggi pubblici, tra cui il co-conduttore di Good Morning America e un ex allenatore di football, oggi defunto, della Penn State University.

Oltre ad aver presentato domanda in almeno cinque banche differenti, il truffatore ha inviato le richieste di prestito anche al Paycheck Protection Program e allo Economic Injury Disaster Loan Program.

Cheng è riuscito a mettere le mani su 7 milioni di dollari, teoricamente destinati ad aiutare i suoi dipendenti inesistenti: tali fondi sarebbero stati spesi per un Rolex da 40.000$, per l'affitto di un appartamento da 17.000$ al mese, per una Mercedes del 2020 e per altre spese puramente personali.

Il procuratore statunitense Audrey Strauss ha dichiarato:

 

"Tramite l'utilizzo di documenti falsi, Cheng ha mentito alla SBA [Small Business Administration] e a diverse banche in merito alla proprietà delle sue società, al numero dei suoi dipendenti e a come i fondi dei prestiti sarebbero stati utilizzati. Cheng ha speso la maggior parte di questi soldi per oggetti personali di lusso."

Cheng ha anche ammesso di aver condotto, fra agosto e ottobre del 2018, una Initial Coin Offering fraudolenta per conto della sua falsa azienda.

Quell'anno, Cheng aveva sollecitato gli investitori a partecipare alla ICO della sua società, la "Alchemy Coin Technology Limited", rilasciando dichiarazioni false sulle finanze della compagnia e sul reale stato di sviluppo della sua piattaforma di prestito peer-to-peer. Ovviamente, non ha mai rivelato alle vittime che la ICO era stata condotta senza licenza.

Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato:

"Tali investimenti sono stati ottenuti tramite la presentazione di materiale falsificato, bugie agli investitori ed informazioni fuorvianti riguardo l’accesso al capitale di Alchemy Coin.

In aggiunta, l'accusato ha mentito in merito all’uso dei fondi degli investitori, allo stato dello sviluppo della sua presunta piattaforma di prestiti peer-to-peer basata su blockchain, nonché alla registrazione dei token come parte della ICO."

Il giudice distrettuale Alison J. Nathan ha fissato al 3 agosto la data della sentenza: Cheng rischia fino a 80 anni di reclusione.