La polizia ha arrestato un cittadino di Makhachkala, in Russia: aveva realizzato un'enorme struttura per il mining di criptovalute, che connetteva circa 500 dispositivi alla rete di alimentazione del territorio.

Secondo un recente annuncio da parte delle autorità locali, il miner trentenne avrebbe causato danni economici alla regione per oltre 34 milioni di rubli, equivalenti a circa 495.000 dollari.

A maggio, l'individuo aveva affittato il terzo piano di un edificio non residenziale situato nella cittadina di Novyy Khushet. Lì aveva messo in piedi una mining farm tramite la quale generava Bitcoin (BTC) e altre criptovalute.

Sequestrati 518 dispositivi per il mining di criptovalute

La polizia ha riferito che il miner aveva connesso, tramite attrezzature specializzate, le macchine per il mining ai cavi che gestivano la rete elettrica dell'edificio.

Dopo aver fatto irruzione nella struttura, le autorità locali hanno scoperto ben 518 dispositivi per il mining di criptovalute. La polizia non ha fornito ulteriori dettagli su quali monete stesse generando il miner, né sui profitti da lui ottenuti nel breve periodo di attività.

Numerosi casi di mining farm illecite in Russia

Il mining illecito di criptovalute è un crimine sorprendentemente comune in Russia. A maggio, le forze dell'ordine hanno arrestato l'ex direttore di un ufficio postale situato nella città di Mineral'nye Vody, in quanto utilizzava l'elettricità gratuita della struttura per generare criptovalute.

Un altro caso simile si è verificato a marzo di quest'anno a San Pietroburgo: le forze dell'ordine avevano catturato un gruppo di criminali che generavano BTC rubando elettricità direttamente rete elettrica pubblica. Ogni mese consumavano energia per un valore di oltre 200.000$.

Nel febbraio del 2018, un gruppo di ingegneri appartenenti al Russian Federal Nuclear Center è stato arrestato per aver tentato di generare Bitcoin sfruttando la potenza di calcolo di uno dei più grandi supercomputer della nazione.