L'India sta assistendo ai primi segnali di una massiccia fuga di cervelli, a causa di un nuovo disegno di legge che propone un divieto a tappeto di qualsiasi attività legata al settore delle criptovalute: lo rivela un resoconto recentemente pubblicato dall'Economic Times. 

La prima grande democrazia a vietare le criptovalute

In particolare, la normativa Banning of Cryptocurrency and Regulation of Official Digital Currency Bill 2019 propone una condanna fino a dieci anni di carcere per chiunque "genera, possiede, vende, trasferisce, cede, emette o porta a termine affari con criptovalute.

Nonostante si tratti di una semplice proposta di legge, soggetta pertanto a probabili correzioni e rettifiche, la posizione estrema adottata dal governo indiano ha spinto numerose imprese locali ad elaborare misure preventive per proteggere il proprio business. 

Rahul Jain, dipendente dell'exchange di criptovalute indiano BitBns, ha così commentato la situazione: 

"Siamo una start-up nata in India, abbiamo sempre voluto servire clienti indiani. Ma le recenti complicazioni hanno reso difficile per gli exchange di criptovalute locali portare avanti il proprio business nel paese. Quindi ora siamo una compagnia con sede in Estonia, e le leggi indiane volte a criminalizzare le criptovalute non avranno alcun effetto su di noi." 

Nischal Shetty, fondatore e CEO dell'exchange indiano WazirX, sostiene inoltre che questa normativa avrà come conseguenza l'erosione della ricchezza di oltre cinque milioni di cittadini indiani, che "possiedono criptovalute per un valore di svariate migliaia di crore". 

La decisione di criminalizzare gli investimenti in monete digitali, continua Shetty, destabilizzerà le aziende che hanno fino a questo momento operato in maniera del tutto legittima. L'India potrebbe pertanto diventare "la prima grande democrazia a bandire una tecnologia tanto innovativa quanto le criptovalute.

L'uomo ha infine sottolineato: 

"Poiché si tratta di un paese dipendente in larga misura dal settore dei servizi, se venisse imposto un divieto sulle criptovalute l'India perderebbe il proprio vantaggio tecnologico. Respingere questa industria comporterà enormi perdite di posti di lavoro e una gigantesca fuga di cervelli. 

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Si prevede che le criptovalute diverranno un'industria da 10.000 miliardi di dollari entro i prossimi cinque anni: se vogliamo raggiungere l'obiettivo fissato dal nostro Primo Ministro di diventare un'economia da 5.000 miliardi, allora le criptovalute dovrebbero essere parte integrante di questa visione."

Lo scorso mese anche Sidharth Sogani, CEO della società di ricerca Crebaco Global, aveva previsto una notevole contrazione del mercato indiano, nel caso in cui il governo del paese confermasse la propria decisione di vietare le criptovalute.