La Financial Action Task Force (FATF) ha svelato di essere sempre più vicina all'introduzione di norme globali per contrastare il riciclaggio di denaro con criptovalute.

La FATF è un'organizzazione internazionale fondata nel 1989 su iniziativa del G7, il cui scopo è quello di sviluppare standard per combattere il riciclaggio. La portata dell'agenzia si è poi estesa anche alla lotta al finanziamento del terrorismo. Al momento la FATF conta 35 paesi membri e due organizzazioni regionali.

Marshall Billingslea, presidente dell'istituzione, ha inoltre svelato che ad ottobre di quest'anno si terrà una sessione plenaria del Parlamento Europei al fine di "colmare le lacune" delle politiche internazionali.

Durante tale seduta la FATF discuterà di quali standard al momento in vigore bisognerà adattare per includere anche il settore delle criptovalute, ed esaminerà i metodi di valutazione adottati dai paesi membri.

Al momento, spiega Billingslea, le norme per questa industria "sono perlopiù un'accozzaglia di regole e processi inconsistenti", che creano "grosse vulnerabilità nei sistemi finanziari sia nazionali che internazionali". Tuttavia, nonostante abbia messo in evidenza i rischi associati a questo genere di asset, l'uomo crede che le monete digitali rappresentino "una grande opportunità".

A giugno, la FATF ha annunciato di star pianificando l'elaborazione di norme vincolanti per exchange di criptovalute. In particolare, l'organizzazione deciderà se le linee guida antiriciclaggio già esistenti siano ancora oggi appropriate, e se possano pertanto essere applicate anche ai nuovi exchange. La FATF studierà inoltre il modo migliore di approcciarsi ai paesi che hanno deciso di vietare del tutto le criptovalute.

Questo mese un resoconto redatto da Bruegel, un istituto di ricerca con sede in Belgio, ha invitato l'Unione Europea ad implementare una struttura normativa unificata per le criptovalute, nonché ad effettuare maggiori controlli su come queste vengono distribuite tra gli investitori.