L'Internal Revenue Service (IRS), l'agenzia governativa che negli Stati Uniti si occupa della riscossione dei tributi, ha aggiornato la sua sezione FAQ inerente alle criptovalute: l'istituzione sottolinea che il semplice acquisto di asset digitali non richiede la compilazione della voce "monete digitali".

La prima pagina dell’Individual Income Max Return, detto anche Form 1040, chiede se nel corso del 2020 l'individuo abbia ricevuto, venduto, scambiato o acquistato “qualsiasi interesse finanziario in moneta virtuale’’.

Pertanto, sembrerebbe che i contribuenti americani dovrebbero rispondere in maniera affermativa alla domanda semplicemente se nel corso dell'anno hanno ottenuto criptovalute. Tuttavia, nella propria sezione FAQ l'IRS offre maggiori delucidazioni sulla questione:

"Se, nel corso del 2020, le uniche transazioni riguardanti monete virtuali erano l'acquisto di suddette monete virtuali con valute reali, non sei tenuto a rispondere 'Sì' alla domanda del modulo 1040."

La nuova sezione FAQ spiega quindi che gli investitori non devono segnalare determinate transazione, a condizione che abbiano acquistato criptovalute esclusivamente con dollari statunitensi e che questi asset non siano poi stati scambiati o venduti.

Sebbene negli ultimi anni l’IRS abbia cercato di fornire maggiore chiarezza agli investitori crypto, questo settore avanza a un ritmo incredibilmente veloce e spesso i regolatori non riescono a rimanere al passo.

Un recente rapporto, commissionato dal rappresentante Repubblicano Tom Emmer e redatto dalla Law Library of Congress, ha evidenziato che soltanto cinque Paesi hanno stabilito regole di tassazione per i possessori di criptovalute. Emmer ha esortato l’IRS a fornire una guida chiara per i detentori di tali asset, sottolineando che i requisiti di tassazione devono essere “applicati in modo ragionevole’’ così da non rallentare l’innovazione.