La Japan Crypto-Asset Business Association (JCBA) e la Japan Crypto-Asset Exchange Association (JVCEA), due importanti gruppi a supporto delle criptovalute in Giappone, hanno presentato una richiesta di riforma fiscale che chiede di abbassare le tasse sui guadagni ottenuti tramite criptovalute per i singoli investitori.

La richiesta di riforma fiscale affronta diverse questioni chiave: secondo i suoi sostenitori, il caotico ecosistema fiscale del Paese rappresenta un ostacolo per l'adozione. La proposta sottolinea la necessità di migliorare il sistema di dichiarazione dei redditi, l'importanza delle criptovalute nella strategia Web3 del Giappone e l'esigenza di adeguarsi alle normative crypto adoperate all'estero.

La proposta prevede una tassa separata del 20% per i singoli investitori, con disposizioni per riportare le perdite per tre anni a partire dall'anno successivo. La proposta include anche l'applicazione della stessa struttura fiscale nel mercato dei derivati ​​crypto.

Questa tassa separata, con un'esenzione sui guadagni non realizzati, rappresenterebbe un grosso sollievo per gli investitori crypto in Giappone, che attualmente devono pagare imposte fino al 55% sui loro investimenti in asset digitali.

La scorsa settimana, Cointelegraph ha riferito di una memo interna relativa proprio alla tassazione crypto in Giappone, che dovrebbero presto essere presentate alla Financial Services Agency (FSA).

I gruppi a sostegno delle crypto in Giappone stanno lavorando per garantire che l'industria possa prosperare, con un'attenzione particolare alle riforme fiscali. Queste entità ritengono che un'aliquota fiscale eccessivamente elevata renderebbe molto più difficile per le aziende e i singoli investitori detenere asset digitali in Giappone rispetto a nazioni maggiormente crypto-friendly.

La tassazione delle criptovalute è stata il focus di molti governi in tutto il mondo quest'anno: alcune nazioni hanno imposto tasse elevatissime, mentre altri hanno posticipato o del tutto annullato i propri piani.

Ad aprile, l'India ha imposto una tassa del 30% sui guadagni derivanti da criptovalute. La Thailandia ha invece annullato la sua proposta di tassazione delle criptovalute del 15% e ha persino esentato i trader dall'IVA del 7% per incoraggiare l'adozione degli asset digitali nel Paese. La Corea del Sud ha invece posticipato al 2025 la sua proposta per una tassa del 20% sui profitti ottenuti grazie alle crypto.