JPMorgan ritiene che le CBDC, vale a dire le valute digitali distribuite dalle banche centrali, rappresentano una minaccia per l'egemonia globale del dollaro statunitense.

In particolare Josh Younger, Head of U.S. Interest-rate Derivatives Strategy, e Michael Feroli, Chief U.S. Economist, hanno scritto in un recente rapporto:

"Gli Stati Uniti sono la nazione che potrebbe essere maggiormente danneggiata dal dirompente potenziale delle monete digitali. [...]

Ciò ruota principalmente attorno all'egemonia del dollaro statunitense. L'emissione di una valuta di riserva globale e di uno strumento di scambio per il commercio internazionale di materie prime, beni e servizi offre enormi vantaggi."

La blockchain rappresenta una minaccia per il dollaro

Sebbene JPMorgan dubita che il dollaro possa perdere da un giorno all'altro il proprio ruolo di valuta di riserva globale, la compagnia avverte che il dominio della moneta viene minacciato in alcuni aspetti periferici e "fragili", come trade finance e sistemi di messaggistica SWIFT.

A marzo otto grandi banche, fra cui anche HSBC e Citi, hanno annunciato il lancio a Singapore di sistemi di trade finance basati su blockchain entro la seconda metà del 2020. Iniziative di trade finance basate su blockchain sono state introdotte anche in Europa, CinaSultanato dell'Oman.

Digitalizzare il dollaro per mantenere il dominio degli Stati Uniti

Il resoconto sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero lanciare un dollaro in versione digitale, così da mantenere intatto il proprio dominio monetario.

JPMorgan avverte inoltre che alcune nazioni potrebbero utilizzare le valute digitali per aggirare il sistema SWIFT ed eventuali sanzioni economiche, compromettendo la capacità degli Stati Uniti di esercitare il proprio potere sulla scena globale:

"Offrire una soluzione per pagamenti transfrontalieri costruita sulla base del dollaro digitale, in particolare se progettata per essere poco perturbante per la struttura del sistema finanziario locale, sarebbe un investimento molto modesto al fine di proteggere uno strumento chiave che consente di proiettare la potenza degli Stati Uniti nell'economia globale.

Per Paesi a alto reddito, e in particolare per gli Stati Uniti, una valuta digitale rappresenterebbe un importante strumento per la gestione dei rischi geopolitici."

CDBD: una reazione difensiva da parte delle banche centrali

Ad aprile, l'economista John Vaz ha affermato che le CBDC rappresentano una reazione difensiva alla crescente popolarità delle criptovalute:

"[Le criptovalute rimuovono] il loro potere di controllare l'economia, perché strumenti come Bitcoin non permettono di creare denaro dal nulla tramite credito.

Attualmente le banche possono prestare fino a otto o nove volte i fondi realmente in loro possesso grazie al sistema di riserva frazionaria. [...] Con Bitcoin, non puoi prestare quello che non possiedi."