Analisi generale
La nervosità è tornata sui mercati questa settimana, dopo un timido tentativo di rimbalzo da parte di Wall Street. Tutti gli occhi sono ora puntati sul 2 aprile: giorno in cui Trump delineerà in modo definitivo i dazi da imporre ai partner commerciali.
L’S&P 500 non è riuscito a superare la media mobile a 200 giorni e la volatilità è tornata, con il VIX ben sopra i 20 punti.
Bitcoin
Anche il Bitcoin ha seguito l’andamento dei mercati azionari: inizialmente è rimbalzato sopra gli 88.000$, per poi correggere fino agli attuali 83.000$. Il vero elemento di svolta resta l’imprevedibilità di Trump, inclusa la possibilità di un improvviso dietrofront parziale sui dazi, che potrebbe innescare un rally a sorpresa.
La volatilità implicita sull’expiry di aprile è al 50%, sei punti sopra quella della scorsa settimana, mentre BTC resta prudente, evitando per ora l’area critica dei 75.000$. Questo nonostante una scadenza opzioni di marzo deludente
Ethereum
L’andamento di Ethereum è tornato a deludere, dopo un breve slancio che lo aveva allontanato dall’area di supporto a 1.756$. Questo livello è stato ritestato ieri, dove fortunatamente il mercato ha tenuto.
Il momentum della coin resta debole: per vedere un vero recupero deciso, ETH dovrà superare la zona di resistenza compresa tra 1.820 e 1.880 dollari. In caso contrario è probabile un’ulteriore discesa, con il mercato che potrebbe cercare nuovi minimi.
La volatilità implicita è salita di 5 punti, portandosi al 64% sulla nuova scadenza di aprile.
Come i dazi di Trump stanno influenzando il prezzo del Bitcoin
Con il ritorno di Donald Trump sulla scena politica e la prospettiva concreta di una nuova ondata di dazi verso i partner commerciali internazionali, i mercati stanno reagendo con crescente incertezza. Sebbene il Bitcoin non sia direttamente coinvolto nelle dinamiche dei dazi — in quanto asset digitale e decentralizzato — il suo prezzo sta subendo gli effetti indiretti di questo nuovo scenario geopolitico.
Storicamente, ogni volta che Trump ha minacciato o imposto dazi (specialmente verso la Cina), si è assistito a un aumento della volatilità sui mercati finanziari. Le borse tendono a indebolirsi, i capitali si spostano verso asset difensivi, e in questo contesto Bitcoin entra in gioco come un'alternativa non convenzionale ma sempre più riconosciuta. Essendo privo di legami con Stati sovrani, BTC viene percepito da una parte crescente del mercato come una sorta di "bene rifugio digitale", soprattutto in periodi di incertezza legata alla politica commerciale.
Un altro canale attraverso il quale i dazi influenzano Bitcoin è il mercato valutario. Le guerre commerciali possono indebolire il dollaro, soprattutto se accompagnate da politiche monetarie più espansive da parte della Federal Reserve. In uno scenario dove il dollaro si indebolisce, Bitcoin tende a rafforzarsi: questo perché molti investitori vedono nella criptovaluta una riserva di valore alternativa, capace di proteggere il potere d’acquisto. Al contrario, se i dazi portano a un afflusso di capitali verso gli Stati Uniti e quindi a un dollaro più forte, BTC potrebbe subire pressioni al ribasso, almeno nel breve termine.
Ma non c’è solo il dollaro: anche la narrativa politica stessa ha un peso. Se da un lato Trump ha mostrato in passato ostilità verso le criptovalute, negli ultimi tempi il suo atteggiamento sembra essersi ammorbidito. Ha lanciato collezioni NFT, parlato in modo meno critico del settore, e potrebbe addirittura adottare una linea più permissiva sul piano normativo rispetto all’amministrazione Biden. In un contesto di dazi e tensioni economiche globali, una presidenza Trump che “tollera” o addirittura strizza l’occhio a Bitcoin potrebbe rafforzare ulteriormente l’appeal della criptovaluta.
In sintesi, i dazi non colpiscono Bitcoin direttamente, ma ne influenzano fortemente la percezione, il contesto economico e la dinamica domanda/offerta. E come spesso accade con BTC, non conta solo l’economia reale, ma anche il modo in cui gli investitori interpretano ciò che accade.
Analisi grafica: in possibile ripartenza
Negli ultimi anni, una delle narrazioni più interessanti nel mondo degli investimenti è la crescente correlazione tra Bitcoin e l’S&P 500, l’indice che rappresenta le 500 maggiori aziende quotate negli Stati Uniti.
Se inizialmente Bitcoin veniva percepito come un asset “alternativo”, quasi scollegato dal sistema finanziario tradizionale, oggi la realtà è molto diversa.
Una correlazione che cresce nei momenti chiave
Durante i periodi di forte tensione o di euforia sui mercati, Bitcoin tende sempre più spesso a muoversi nella stessa direzione dell’S&P 500.
Ecco alcuni esempi recenti:
- Nel 2020, durante il collasso di marzo dovuto al Covid, sia BTC che l’S&P crollarono insieme, salvo poi rimbalzare all’unisono con le iniezioni di liquidità della Fed.
- Nel 2022, quando la Federal Reserve ha avviato il ciclo di rialzo dei tassi, entrambi gli asset hanno corretto bruscamente.
- Nel 2023 e inizio 2024, con il rinnovato entusiasmo sui mercati e l’avvicinarsi dell’halving di BTC, entrambi hanno registrato forti rally.
Questo dimostra che Bitcoin è sempre più trattato dagli investitori istituzionali come un asset di rischio, al pari delle azioni. Quando c’è appetite per il rischio, BTC sale insieme all’azionario. Quando i mercati temono inflazione, tassi alti o recessione, BTC scende.
Perché succede?
Ci sono almeno tre motivi principali:
-
Integrazione nel portafoglio istituzionale
Sempre più fondi e investitori tradizionali includono Bitcoin nei loro portafogli. Questo lo rende sensibile alle stesse dinamiche di flussi di capitale che muovono l’equity. -
Politiche monetarie
La liquidità delle banche centrali ha un impatto su tutti gli asset rischiosi. Quando la Fed è accomodante, l’S&P e BTC tendono a salire. Quando è restrittiva, entrambi soffrono. -
Sentiment macro
Eventi geopolitici, tensioni sui tassi, dati sull’inflazione: sono tutti fattori che influenzano sia le azioni che le criptovalute. BTC non è più una “copertura” contro il sistema, ma spesso ne segue l’umore.
Ma attenzione: la correlazione non è costante
È importante notare che la correlazione tra BTC e S&P 500 non è fissa nel tempo.
Ci sono momenti (come durante un halving, una crisi crypto o una forte regolamentazione) in cui BTC torna a comportarsi in modo autonomo. Inoltre, le notizie specifiche del settore crypto (ETF spot, attacchi hacker ai danni di un exchange importante, ecc.) possono temporaneamente rompere la sincronia con l’azionario.
In questo momento, BTC sta scendendo perché l’S&P scende. Se tutto fosse confermato, ci attendiamo un BTC sui massimi storici a maggio.
Dominance%
La dominance di BTC continua a rimanere alta, attualmente stabile al 62,33%: ogni settimana vengono create migliaia di nuove altcoin, ma alla fine esiste sempre e solo Bitcoin.
Volatilità
Volatilità in risalita, ora a quota 56.
Analisi volumetrica POC
Il Punto di Controllo o POC (Point Of Control), ovvero il prezzo in funzione dei volumi, è quasi in linea con il prezzo attuale a 84.000$. La rottura di tale livello potrebbe portare una ripresa oltre i 100.000$.
Forza del trend in atto: fortemente ribassista
La forza del trend di Bitcoin viene calcolata in un range che va da -20 a +20.
La forza del trend si è totalmente ribaltata rispetto a due settimane fa: eravamo a -13, ora siamo a quota 9. Il trend è pertanto divenuto positivo nel breve termine: siamo pronti ad attenderci un cambiamento anche in quello a medio termine.
Target:
- 84.300$
- 89.200$
- 99.600$
- 106.200$
Supporti:
- 66.800$
Per concludere, vi segnalo questo interessante evento a cui sono stato invitato: Bitcoin Pizza Day 2025.
Mirko Castignani, ingegnere gestionale, è un trader, imprenditore e formatore finanziario. A partire dal 2017 collabora, in qualità di insegnante, con società di trading del calibro di Avatrade, WeBank e SaxoBank, e iBroker. È inoltre ospite per i mercati finanziari americani tutti i martedì alle 14:20 sulla CNBC, nonché socio AIEF. Nel 2013 fonda, insieme ad Andrea Vaturi, Vantaggio Sleale: società di formazione finanziaria che collabora tutt'ora con primari istituti di credito italiani e broker spagnoli.
Formatore ufficiale del CME Group (Chicago Mercantile Exchange), la più grande borsa non-azionaria, dove è quotato il future di BTC e ETH. Oggi fa anche parte del consiglio d’amministrazione di ANPIB, Associazione Nazionale Private & Investment Bankers
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