Secondo quanto riportato da The Baltic Times, la Bank of Lithuania avrebbe cominciato a trattare l'argomento criptovalute, aprendo un dialogo tra le banche commerciali, i regolatori governativi e i trader di valute virtuali.

Secondo Jekaterina Govina, coordinatrice della strategia fintech presso la Bank of Lithuania, l'istituzione avrebbe convocato i rappresentanti del Ministero delle Finanze, del Financial Crime Investigation Service (FNTT), del settore bancario e del settore delle Initial Coin Offering (ICO) ad una riunione.

Govina osserva che, a prescindere dai rischi associati alle criptovalute, "i rifiuti alla cieca e la riluttanza a comprendere e a lavorare con il mondo della criptovaluta non portano da nessuna parte":

"È necessario che le banche comunichino con i gestori di ICO e con chi converte le criptovalute in denaro convenzionale. Un dialogo è stato stabilito, resta da vedere dove ci condurrà".

Il 10 ottobre, la banca centrale della Lituania ha pubblicato un documento che illustra dettagliatamente la sua posizione nei confronti di ICO e criptovalute. In esso viene affermato che i Partecipanti ai Mercati Finanziari (PMF) dovranno separare le loro attività di servizi finanziari da quelle associate alle valute virtuali. 

Nonostante la richiesta di questa "netta divisione", la banca ha fatto sapere che si impegnerà ad emettere licenze in modo "veloce ed economico" (riferendosi probabilmente alle ICO), e che accetterà domande compilate in lingua inglese, con l'obbiettivo di diventare "l'hub europeo del fintech".

Secondo Vytautas Kaseta, membro del consiglio di amministrazione del Blockchain Center Vilnius, uno dei problemi legati all'industria delle criptovalute in Lituania è rappresentato dalla difficoltà di lavorare con le banche:

"Le banche commerciali non comprendono la natura delle criptovalute e il loro modello di business, quindi le considerano un'attività ad alto rischio e richiedono di dimostrare l'origine del denaro e dell'investimento attraverso prove aggiuntive, rifiutandosi molto spesso di aprire conti per le società".

In risposta, la Lithuanian Banks’ Association (LBA) ha ribadito la necessità di tali prove, dato che le criptovalute possono essere potenzialmente usate in attività illegali:

"Siamo interessati a dialogare con tutti, in modo che ognuno possa comprendere meglio i modelli di business degli altri, ma la protezione dei consumatori, il riciclaggio di denaro e la prevenzione del finanziamento del terrorismo sono una priorità che deve essere garantita. Dall'incontro capiamo che alcuni partecipanti al mercato della criptovalute non possono dire da dove arrivi il denaro. Questo è un problema serio, del quale non si sono resi conto."

A novembre, i ministri delle finanze di Lituania, Estonia e Lettonia hanno firmato un Memorandum d'Intesa per la cooperazione fintech, che prevede il supporto all'innovazione Blockchain nei paesi baltici.