La nuova settimana comincia all'insegna di un range di prezzo che non convince i trader di Bitcoin (BTC) e lascia poco all'immaginazione: cosa si prospetta?

A seguito della scarsa attività del fine settimana, la più importante criptovaluta manca di direzionalità e persino i fattori macroeconomici non sono riusciti a smuovere lo status quo.

A circa il 10% al di sotto della soglia dei 30.000$, BTC/USD arranca e, nonostante le supposizioni di un'ulteriore correzione, i partecipanti al mercato sono alle prese con un esiguo trading range operativo.

Malgrado sia presente sia al di sopra che al di sotto, finora si è concretizzata solo una piccola ondata di liquidità.

I prossimi giorni riserveranno alcune potenziali sorprese macro, ma gli analisti concordano sul fatto che sarà necessario un mutamento significativo dei dati per smuovere un Bitcoin ostinato.

Contestualmente, anche i segnali on-chain mostrano segni di consolidamento in seguito ai rapidi incrementi registrati nel primo trimestre.

Analizziamo dunque il panorama della price action di BTC, al fine di individuare cosa potrebbe sconvolgere la rotta – o la sua assenza – di questa settimana.

Dov'è la liquidità?

L'andamento del prezzo spot di Bitcoin suscita grattacapi ai trader, non per la volatilità, ma per la sua totale carenza.

In uno scenario insolito, BTC/USD agisce all'interno di un range ristretto tra poche centinaia di dollari, dove nulla è stato in grado di mutare la situazione.

Nemmeno le dichiarazioni di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, della scorsa settimana sono state sufficienti a determinare un definitivo rialzo o ribasso di Bitcoin.

I trader sono quindi sempre più in attesa di spunti.

"Se perdiamo i 26.600$ e chiudiamo su una chiusura di candela a 4 ore, valuterò uno short. I ribassisti ci hanno portato al supporto: potrebbero averla vinta e far chiudere il prezzo al di sotto", riassume Crypto Tony su Twitter.

Grafico a quattro ore commentato di BTC/USD. Fonte: Crypto Tony/ Twitter

Il piccolo intervallo appena sotto i 27.000$ rappresenta un punto di riferimento per Bitcoin dal 13 maggio. Al suo esterno, la liquidità sia long che short è in attesa.

Secondo i dati della trading suite DecenTrader, basterebbe un movimento verso i 25.800$ per innescare una sorta di reazione a cascata.

"I ribassi continuano ad attrarre aggressivamente i long su Binance, come dimostra il rapporto Long/Short", rivela DecenTrader.

"Di solito vediamo questo tipo di price action allontanare molti di questi trader mentre i prezzi si muovono. La liquidità long parte da 25.800$".
Liquidità su Bitcoin. Fonte: Decentrader/ Twitter

Altri operatori osservano i pattern passati, come Stockmoney Lizards, che confronta il trend di Bitcoin a quanto accaduto a seguito del bear market del 2015.

#Bitcoin: similitudini post bear market

"Quest'anno è l'anno noioso", prosegue Michaël van de Poppe, fondatore e amministratore delegato della società di trading Eight, illustrando le proprie riflessioni in merito a Bitcoin nel 2023.

"Nessuna accelerazione dei prezzi, nessuna crescita fondamentale, mentre i preparativi per il prossimo bull cycle vengono realizzati nel corso di quest'anno".

L'analisi a breve termine effettuata durante il fine settimana sottolinea che i 27.200$ rappresentano un livello da sfondare per consentire il ritorno di un "momentum sostenuto".

Classico pattern choppy su #Bitcoin.

Rifiuto in corrispondenza dei 27.200$ e consolidamento, dato che anche il gap CME è intorno ai 26.900$. #Bitcoin ha bisogno di sfondare e recuperare i 27.200$ se intendiamo assistere ad un momentum prolungato.

Sotto di noi, intorno a 26.000-26.500$ -> 200-Week MA.

Come riportato da Cointelegraph, qualcuno ritiene ancora che l'attuale andamento del prezzo sia un preludio ad una correzione più marcata verso i 24.000$.

In termini di volatilità, tuttavia, Bitcoin è attualmente all'apice della quiete da inizio anno, come dimostrano i dati della risorsa di monitoraggio CoinGlass.

Grafico della volatilità storica di Bitcoin (screenshot). Fonte: CoinGlass

I dati PCE costituiscono il punto di forza macro della settimana

Questa settimana i fattori macro sono destinati ad aumentare, con una serie di dati economici prevista il 26 maggio, tra cui l'indice PCE (Personal Consumption Expenditures).

Si tratta di una componente fondamentale per la Fed in materia di politica dei tassi d'interesse, e le sue letture potrebbero ridisegnare istantaneamente le aspettative del mercato in merito alle variazioni dei tassi.

È quanto accaduto durante il discorso di Powell della scorsa settimana, quando le probabilità di una pausa per il rialzo dei tassi sono passate dal 60% all'80%.

Alla data odierna, secondo il FedWatch Tool del CME Group, le probabilità rimangono elevate – intorno all'86% – e la prossima decisione politica non è prevista prima di tre settimane.

Grafico delle probabilità dei tassi target della Fed. Fonte: CME Group

La disparità tra le aspettative del mercato e il tono conservatore della Fed rimane pertanto un fenomeno chiave, che lo stesso Powell ha affrontato la scorsa settimana.

Il fenomeno, ha precisato, "sembra riflettere semplicemente una previsione diversa, in cui l'inflazione scende molto più rapidamente", aggiungendo che non vi è alcuna garanzia in tal senso.

"Sebbene non disponiamo ancora di un rapporto sull'inflazione PCE per il mese di aprile, un'altra misura dell'inflazione, la componente core dell'indice dei prezzi al consumo (CPI), ha mostrato un ulteriore piccolo miglioramento in aprile", commenta il membro del consiglio di amministrazione della Fed Philip Jefferson in occasione del 2023 International Insurance Forum di Washington, D.C., il 18 maggio, con un tono altrettanto sfavorevole al rischio.

Inoltre, il 24 maggio verranno pubblicati i verbali della riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) di questo mese, durante la quale è stato deciso l'ultimo rialzo dei tassi. I mercati esamineranno l'esatto approccio adottato dai membri della Fed durante l'evento.

Un dibattito a parte riguarda la debacle del tetto del debito degli Stati Uniti, le cui trattative sono rimaste in stallo la scorsa settimana.

I profitti dei detentori di BTC a breve termine tendono ad azzerarsi

È tempo di consolidamento per l'offerta di BTC, con i dati on-chain che mostrano una mancanza di movimento rispetto agli ultimi mesi.

Secondo i dati della società di analisi on-chain Glassnode, la quota di offerta attiva per l'ultima volta nei precedenti tre-sei mesi è ora ai minimi da tre mesi.

Corrispondendo al periodo compreso tra dicembre 2022 e febbraio 2023, ciò suggerisce che gli hodler siano rimasti con le mani in mano, mentre il mercato ribassista dell'anno scorso svaniva producendo così la partenza dei profitti del 70% del primo trimestre di Bitcoin.

A ciò si contrappone l'offerta attiva da uno a tre mesi fa, ora ai massimi di tre mesi e che copre la porzione di price action che include i massimi locali di 31.000$ di aprile.

Allo stesso tempo, gli effetti della successiva discesa sono visibili nei profitti non realizzati degli hodler, ora ai livelli più bassi da un mese a questa parte.

Grafico del profitto relativo non realizzato di Bitcoin. Fonte: Glassnode/ Twitter

Quest'ultimo dato potrebbe ancora precludere un reset delle aspettative da parte degli speculatori di Bitcoin, classificati come detentori a breve termine (STH) con posizioni risalenti a tre mesi o meno. Con una flessione verso il basso, BTC/USD si sta lentamente avvicinando alla loro attuale base di costo medio.

A maggio, Glassnode ha evidenziato che un tale "reset" della redditività tenderà ad offrire un significativo supporto ai prezzi.

Una ricerca sul parametro del rapporto tra valore di mercato e valore realizzato (MVRV) degli STH, all'epoca pari a 1,15, segnalava tuttavia che un reset avrebbe potuto richiedere un ribasso al di sotto dei 25.000$.

"Se si dovesse generare una correzione più profonda del mercato, un prezzo di 24.400$ riporterebbe l'STH-MVRV ad un valore di pareggio di 1,0, il quale ha dimostrato di essere un punto di supporto nei mercati in trend rialzista", sosteneva la ricerca.

Al 21 maggio, data ultima per la quale i dati sono attualmente disponibili, l'STH-MVRV misurava 1,047.

Grafico Bitcoin STH-MVRV. Fonte: Glassnode

Si attenua l'influenza esercitata dalle whale sul prezzo di BTC

Analizzando la correzione di maggio, la piattaforma di analisi on-chain CryptoQuant ha tratto alcune conclusioni specifiche sulle forze che guidano i mercati.

In uno dei suoi aggiornamenti di mercato Quicktake pubblicato il 17 maggio, i ricercatori hanno indicato le prese di profitto e l'attività delle whale come fenomeni chiave relativi alla recente price action di BTC.

"L'ultimo calo di prezzo di Bitcoin ha fatto seguito alla capitalizzazione da parte dei detentori a lungo termine (LTH) del più alto rapporto di profitto dell'anno, oltre il 34%. Inoltre, su una scala più ampia, tutti gli operatori di mercato sono riusciti a realizzare profitti superiori al 7% in media", commenta la società in merito agli operatori di mercato nel loro complesso.

Per quanto riguarda le whale, CryptoQuant ha citato il parametro dell'exchange whale ratio, che traccia il rapporto tra le dimensioni delle prime dieci transazioni di afflusso di exchange rispetto al totale.

"Questa flessione è anche influenzata dal fatto che le whale hanno assunto un ruolo di primo piano nel depositare Bitcoin negli exchange, come evidenziato dall'impennata di inizio maggio dell'Exchange Whale Ratio. Senza dubbio, le transazioni di Bitcoin da parte di queste whale si sono intensificate fino a raggiungere livelli piuttosto elevati, con trasferimenti che hanno coinvolto più del 40% delle monete", ha proseguito.

Grafico commentato del Bitcoin exchange whale ratio (screenshot). Fonte: CryptoQuant

In termini di supporto, la ricerca ha comunque riconosciuto che l'impatto complessivo delle whale sul mercato si stia "riducendo" con il passare del tempo.

Gli STH, invece, sono stati responsabili della preservazione dei 26.500$, mantenuti poi come supporto durante il fine settimana.

"Gli investitori che hanno detenuto Bitcoin da 1 a 3 mesi mostrano un livello di supporto significativo nella loro base di costo (26.500$), indicando che si tratta di un punto chiave durante la recente correzione dei prezzi", si legge.

Crescono i timori sul mercato delle criptovalute

Oltre ai dati on-chain, i segnali provenienti dai social suggeriscono che il partecipante medio al mercato delle criptovalute si stia spaventando.

Al termine della scorsa settimana, il Crypto Fear & Greed Index ha toccato i minimi di due mesi, scendendo al di sotto del valore medio di 50, in netto contrasto con la sua posizione in corrispondenza dei massimi di aprile raggiunti con i 31.000$ del prezzo di BTC.

Crypto Fear & Greed Index (screenshot). Fonte: Alternative.me

Le aspettative sembrano quindi orientate verso un deterioramento delle condizioni dei mercati e, pur essendo in linea di massima "neutrali", il Fear & Greed non è l'unica fonte che indica l'incertezza e la sfiducia dei trader.

"Con Bitcoin che ha rivisitato il livello dei 26.000$, i trader dimostrano di essere sempre più preoccupati che i prezzi correggano di nuovo nell'intervallo tra i 20 e i 25.000$", sottolinea la società di ricerca Santiment il 19 maggio.

"Il dominio sociale di $BTC è saltato di nuovo in alto, tipicamente un segnale di paura. I segnali di paura aumentano la probabilità di un rimbalzo".
Dati sull'attività social inerente Bitcoin. Fonte: Santiment/Twitter

Questo articolo non contiene consigli o raccomandazioni di investimento. Ogni operazione di investimento e di trading comporta dei rischi e i lettori devono condurre le proprie ricerche prima di prendere una decisione.

Traduzione a cura di Walter Rizzo