Alcune delle personalità chiave di Bitcoin Cash (BCH), fra le quali anche Jihan Wu, il CEO di Bitmain, e Roger Ver, il CEO di Bitcoin.com, hanno proposto in data 22 gennaio un "piano per il finanziamento dell'infrastruttura" che costringerebbe i miner a donare il 12,5% di tutte le proprie block reward ad un'entità con sede a Hong Kong. La comunità ha reagito in maniera estremamente negativo alla proposta.

Il fondo verrebbe utilizzato per promuovere lo sviluppo di Bitcoin Cash: finanziare il progetto sfruttando i profitti dei miner sarebbe infatti "una soluzione di gran lunga migliore" rispetto ad avere "donatori imprenditoriali indipendenti", come lo è l'azienda Blockstream per Bitcoin (BTC).

L'attivazione del fondo è prevista per maggio di quest'anno e avrà una durata di sei mesi. Le entrate previste, stando ai prezzi attuali, sarebbero di circa 6 milioni di dollari. Questo denaro verrebbe donato e gestito da una compagnia di Hong Kong.

È stato Jiang Zhuoer, CEO della mining pool Btc.top, ad annunciare la notizia. Nel proprio messaggio svela che l'idea viene attualmente supportata anche da Jihan Wu, che gestisce le pool Antpool e BTC.com; Haipo Yang, a capo di ViaBTC; Roger Ver, CEO di Bitcoin.com.

Complessivamente, questi individui rappresentano circa il 27% dell'hash rate complessivo di BCH. Il resto della potenza di calcolo del network è attualmente nelle mani di miner anonimi.

Uno degli aspetti più controversi di questa proposta è la volontà dichiarata di abbandonare i blocchi dei miner che decideranno di non conformarsi all'iniziativa: i loro blocchi verrebbero del tutto rimossi dalla blockchain.

Durante una sessione AMA (Ask Me Anything, "Chiedermi qualsiasi cosa") su Reddit, Zhuoer ha inoltre svelato che gli organizzatori pianificano di divergere parte del proprio hashrate di BTC, del quale attualmente rappresentano circa il 30%, per garantire la conformità. Si tratterebbe insomma di un vero e proprio attacco 51%.

Critiche della comunità

Svariati membri della community di Bitcoin Cash hanno criticato questa decisione per un gran numero di ragioni.

Il timore principale riguarda la centralizzazione. I fondi verrebbero infatti indirizzati ad una società privata piuttosto che ad una fondazione senza fine di lucro. L'assenza di un qualsiasi tipo di procedura di voto implica che i proprietari della compagnia di fatto controllerebbero i futuri sviluppi di Bitcoin Cash.

Altri hanno invece menzionato possibili interferenze da parte del governo cinese. È stato anche citato il problema della redditività, in quanto questa "tassa" inciderebbe in maniera diretta sulle entrate dei miner.

Amaury Séchet, sviluppatore di Bitcoin Cash, ha invece difeso la proposta sostenendo che, data la natura stessa del mining di criptovalute, si tratterebbe di una tariffa non obbligatoria. Ha tuttavia ammesso di essere anch'egli preoccupato riguardo alla questione della gestione dei fondi: ha pertanto proposto la creazione di un comitato composto da individui con "attività passate comprovate" a supporto del progetto.

Nella sessione AMA, Zhuoer ha fornito risposte parecchio vaghe relativamente alla governance, affermando semplicemente che questi dettagli "sono ancora in discussione". Ma ha ribadito che, sebbene alcuni aspetti della proposta potrebbero cambiare, la tassa sul mining verrà comunque introdotta.