Durante il secondo trimestre del 2022, la Marathon Digital Holdings, società di mining di Bitcoin (BTC) ha registrato un forte calo del 43,8% nella produzione siglando, lo scorso giugno, il mese meno produttivo della società in oltre un anno. 

Nell'ultimo aggiornamento sulle operazioni di mining pubblicato giovedì, Marathon ha dichiarato di aver prodotto solo 707,1 Bitcoin durante il Q2, contro i 1258,6 Bitcoin estratti nel trimestre precedente. 

Calo della produttività di Marathon durante il secondo trimestre del 2022.

L'attività è stata particolarmente sotto stress a partire dall'11 giugno, giorno in cui l'impianto Marathon di Hardin, nel Montana, è stato colpito da una forte tempesta, la quale ha messo fuori uso la centrale elettrica che alimentava il 75% delle operazioni. 

L'interruzione –  che  minaccia di continuare –               ha reso lo scorso mese il meno produttivo per la società da marzo 2021. Ad oggi, l'impianto del Montana non è ancora tornato in funzione e dal 12 giugno non vengono estratti nuovi blocchi dal mining pool MARA. 

L'amministratore delegato di Marathon, Fred Thiel, ha riconosciuto che la tempesta abbia avuto un forte impatto sulla produttività, ma ha attribuito parte della colpa alle nuove strutture di Marathon in Texas, non ancora operative.

Thiel ha dichiarato che l'azienda ha già installato 29.640 miner in Texas  "che rappresentano circa 2,9 esahash al secondo", malgrado l'attivazione delle strutture prevista per giugno non sia ancora avvenuta.

Thiel ha riferito che Compute North, l'azienda che ospita i dispositivi di mining di  Marathon, non può essere alimentata finché il suo fornitore di energia non ottiene "la conferma da parte di un'agenzia federale del suo status di esenzione fiscale".

Ad inizio mese Charlie Schumacher,  vicepresidente delle comunicazioni aziendali di Marathon, ha dichiarato a Cointelegraph che in futuro potrebbe cercare di diversificare le operazioni di mining in differenti stati.

Schumacher ha affermato che oltre alle strutture esistenti in Texas, la società stia valutando di espandersi nel Dakota, Oklahoma e Georgia:

"Abbiamo già avviato un'espansione in Texas in diverse strutture per ridurre la dipendenza da un unico grande impianto. La diversità geografica ci aiuterà a proteggerci in futuro".

In seguito all'aumento dei costi energetici e al calo dei prezzi delle criptovalute, si teme che un numero crescente di miner venda le proprie  monete per rimanere in positivo. Mercoledì  Cointelegraph ha riportato che i ricavi dei miner sono scesi di oltre il 70% rispetto ai massimi dello scorso novembre.

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Finora, i principali player come Argo, Bitfarms, Core Scientific e Riot Blockchain hanno dichiarato di aver venduto monete per pagare le bollette. Schumacher ha aggiunto che Marathon non ha ancora venduto monete e non ha in programma di farlo, tuttavia non escludendo tale possibilità:

"Quando si tratta di finanziare l'attività, cerchiamo di farlo nel modo più vantaggioso".