Durante la conferenza digitale Unitize, James Lovejoy, ricercatore presso la Digital Currency Initiative (DCI) del Massachusetts Institute of Technology, ha spiegato che gli attacchi 51% alle blockchain basate su sistemi di consenso Proof-of-Work non sono sempre semplici da individuare, nonostante la natura pubblica di tali network.

"È necessario che un osservatore sorvegli attivamente la rete, per controllare se si stia verificando o meno un attacco", ha affermato Lovejoy.

Un tracker per le riorganizzazioni delle blockchain

Per la sua tesi di dottorato, Lovejoy ha sviluppato un tracker per le riorganizzazioni delle blockchain, che consente di individuare eventuali attacchi 51%.

Lo studio condotto dal ricercatore svela che gli attacchi 51% sono molto più comuni di quanto si creda. Nel proprio resoconto ha discusso dell'attuabilità di tali attacchi sui network di varie criptovalute, prendendo in esame fattori come hash rate e costi per gli assalitori.

Attacchi 51%: difficili, ma non impossibili

Senza l'utilizzo di un tracker, quando il mercato si rende finalmente conto che la blockchain è stata manomessa, gli utenti potrebbero essere già stati danneggiati dall'attacco:

"Fino a questo momento abbiamo fatto affidamento sulle vittime, che raccontavano di aver subito un attacco. [...]

Come potete ben immaginare, se questo non si traduce in casi di insolvenza e perdita di fondi da parte degli utenti, raramente le vittime segnalano che si è verificato un attacco."

Negli ultimi anni abbiamo assistito a svariati attacchi 51%, che hanno colpito progetti anche parecchio importanti come Ethereum Classic e Bitcoin Gold: ciò dimostra che questa tipologia di assalto ai network blockchain è tutt'altro che impossibile.

A maggio di quest'anno, quando l'hash rate di Bitcoin Cash (BCH) subì un'improvvisa contrazione del 30%, l'analista Yassine Elmandjra aveva previsto che prima o poi qualcuno avrebbe sfruttato tale vulnerabilità a proprio vantaggio:

"Sono sinceramente sorpreso del fatto che non si sia ancora verificato un attacco su larga scala."

Hayden Otto, fondatore della società BitcoinBCH, ha tuttavia spiegato che lanciare un attacco 51% sul network di BCH è un processo molto complesso:

"Attualmente l'hash rate di Bitcoin Cash equivale a circa il 3,5% di quello di BTC, si trova a questo livello da oltre un anno. Ciononostante non è mai avvenuto alcun attacco, perché i miner sono in cerca di profitto e non ci è alcun incentivo ad attaccare.

Eventuali assalitori verrebbero ostacolati dai miner onesti, che difenderebbero la chain. Inoltre, la '10-Block Reorg Protection' preverrebbe qualsiasi tentativo di minare segretamente una chain più lunga. Il rischio di perdere denaro supera di gran lunga i potenziali profitti, rendendo di fatto impossibile qualsiasi tentativo di attacco 51% sul network di Bitcoin Cash."