Mt. Gox ha trasferito oltre due miliardi di dollari di Bitcoin, in parte verso exchange centralizzati, suggerendo che altri creditori potrebbero presto essere rimborsati: sembra che questa saga decennale stia finalmente per giungere al termine.
Il 4 novembre, un wallet associato a Mt. Gox ha trasferito oltre 2,19 miliardi di dollari di Bitcoin (BTC) verso tre nuovi indirizzi. Parte dei fondi sono stati trasferiti verso gli exchange centralizzati OKX e B2C2, stando ai dati condivisi su X da Spot on Chain:
"Nelle ultime due ore, Mt. Gox ha trasferito altri 32.371 BTC ($2,19 miliardi) verso tre nuovi wallet. Negli ultimi quattro giorni, Mt. Gox ha trasferito un totale di 32.871 BTC ($2,22 miliardi). Tra questi token, 296 BTC ($20,13 milioni) sono stati trasferiti a OKX e B2C2.
Attualmente, nei wallet noti di Mt. Gox rimangono 12.006 BTC ($810 milioni)."
Transazioni del wallet di Mt. Gox. Fonte: Spot On Chain
Mt. Gox doveva oltre 9,4 miliardi di dollari di Bitcoin ai suoi creditori, i quali attendono da più di 10 anni di recuperare i loro fondi.
La pressione di vendita aumenterà?
Secondo i dati di Spot on Chain, nei wallet di Mt. Gox sono ancora presenti altri 825 milioni di dollari di Bitcoin.
I wallet di Mt. Gox. Fonte: Spot On Chain
Nei 10 anni trascorsi dal collasso di Mt. Gox, il prezzo di BTC è aumentato di oltre l'8.500%: molti analisti temevano che i creditori della piattaforma, una volta riottenuti i loro fondi, avrebbero immediatamente liquidato la criptovaluta. Ma così non è stato: i creditori hanno perlopiù continuato a detenere i loro Bitcoin.
In un report del 29 luglio, Glassnode ha scritto:
"I creditori hanno optato per ricevere BTC piuttosto che fiat: una novità nella legislazione giapponese sui fallimenti. [...] Pertanto, è probabile che solo una piccola parte di queste monete sarà effettivamente venduta."
Deflussi dei fiduciari di Mt. Gox. Fonte: Glassnode
Mt. Gox era un importante exchange di Bitcoin con sede in Giappone, che ha dichiarato bancarotta nel 2014 in seguito a un attacco hacker, il quale causò il furto di 850.000 BTC. La piattaforma era stata fondata nel 2010, e al suo apice elaborava oltre il 70% di tutte le transazioni di BTC.