Secondo quanto riportato Nexo, piattaforma di crypto lending, starebbe tentando di reclamare 3 miliardi di dollari di danni dal governo bulgaro a seguito delle fallite indagini penali.
Il 24 gennaio Nexo ha illustrato i dettagli della sua richiesta di arbitrato da 3 miliardi di dollari contro la Repubblica di Bulgaria in una corrispondenza diretta con Cointelegraph. La richiesta è stata presentata tramite il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti (ICSID) della Banca Mondiale, con sede a Washington, negli Stati Uniti.
Come riportato in precedenza, i pubblici ministeri bulgari hanno abbandonato il caso contro Nexo a dicembre 2023, concludendo di non aver trovato prove di crimini commessi dai quattro cittadini bulgari accusati a seguito di un'irruzione negli uffici di Nexo ad inizio anno.
I pubblici ministeri hanno inizialmente sostenuto che i dirigenti di Nexo hanno partecipato ad un'organizzazione criminale dal 2018 al 2023 con l'obiettivo di trarre profitto dai prestiti in crypto. I cittadini bulgari e i co-fondatori di Nexo Kosta Kanchev e Antoni Trenchev, Trayan Nikolov e Kalin Metodiev erano stati inizialmente accusati a seguito delle incursioni di gennaio 2023.
L'accusa ha addotto come motivazione per l'archiviazione delle accuse il fatto che la Bulgaria non disponeva di un regime giuridico che coprisse i crypto asset.
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Il 18 gennaio Nexo ha depositato i documenti legali presso l'ICSID attraverso la sua filiale svizzera Nexo AG. L'istituzione gestisce le controversie legali tra investitori internazionali e Stati nazionali.
Nexo sostiene di aver lavorato con tre banche statunitensi ad un'offerta pubblica iniziale su una delle principali borse valori, con una valutazione iniziale compresa tra 8 e 12 miliardi di dollari. L'azienda sostiene inoltre di essere stata sul punto di firmare un accordo pluriennale con un importante club calcistico europeo, tuttora anonimo, che avrebbe permesso a Nexo di raggiungere più di 330 milioni di tifosi in tutto il mondo.
In una dichiarazione di Trenchev si legge che, nonostante l'azienda sia stata in grado di continuare le proprie attività, Nexo abbia sofferto a causa della rinuncia alle indagini.
"Il nostro percorso di crescita è stato rallentato e le opportunità perse o significativamente ritardate. Ho promesso personalmente 10 mesi fa che avremmo esplorato tutti i mezzi legali disponibili per ottenere un risarcimento finanziario per Nexo", ha dichiarato Trenchev.
In un rapporto distinto di Reuters si legge anche che il ministero delle Finanze bulgaro ha confermato di aver ricevuto una richiesta di arbitrato da parte dell'ICSID, che sarà esaminata.
A seguito del raid di gennaio, Nexo ha accettato un accordo da 45 milioni di dollari con la Securities and Exchange Commission statunitense e la North American Securities Administrators Association per non aver registrato l'offerta e la vendita del suo prodotto Earn Interest, un accordo che ha risolto le cause intentate da diverse autorità di regolamentazione dei titoli degli Stati Uniti. La piattaforma ha cessato di offrire il prodotto ad aprile.
L'accordo con le autorità di regolamentazione statunitensi ha fatto seguito ad un annuncio di dicembre di Nexo, in cui la società di lending aveva dichiarato di voler cessare le operazioni nel Paese. La società ha sottolineato la "mancanza di chiarezza normativa" nel Paese, che ha portato alla decisione di abbandonare gli Stati Uniti.
Traduzione a cura di Walter Rizzo