Chainalysis, società specializzata nell'analisi delle blockchain, ha pubblicato uno studio che tenta di smentire le teorie secondo cui le criptovalute vengono utilizzate per il finanziamento del terrorismo.

Il resoconto sottolinea che queste false segnalazioni favoriscono la diffusione di informazioni errate, danneggiando la reputazione delle aziende operanti con valute virtuali.

In particolare, Chainalysis afferma:

"In quanto partner investigativo attendibile per i governi di tutto il mondo, impedire ai terroristi di utilizzare le criptovalute è uno dei nostri obiettivi principali.

Si tratta di un compito serio, ed è fondamentale essere responsabili e oculati quando si rilasciano informazioni su un argomento tanto importante quanto il finanziamento del terrorismo.

L'ISIS non possiede 300 milioni di dollari in Bitcoin

Chainalysis cita alcuni articoli pubblicati la scorsa settimana, secondo i quali il presunto bottino di guerra da 300 milioni di dollari dell'ISIS sarebbe stato trasferito in Bitcoin (BTC). La fonte originale di questa informazione è Hans-Jakob Schindler, a capo del think-tank Counter Extremism Project, il quale aveva semplicemente avanzato la seguente supposizione:

"È possibile [che le criptovalute] siano state uno dei modi in cui [questi fondi] sono stati utilizzati."

Tuttavia, parecchi giornalisti hanno riportato questa informazione come un fatto certo e dimostrabile. Inoltre, Chainalysis ha definito la teoria di Schindler "altamente improbabile":

"Sappiamo che la maggior parte delle campagne per il finanziamento del terrorismo ha ottenuto meno di 10.000$, indicando un tasso d'adozione limitato.

Inoltre, se l'ISIS avesse incanalato i proventi del petrolio in Bitcoin, i volumi di trading degli exchange e degli elaboratori di pagamento locali avrebbero di certo rispecchiato questo flusso di fondi."

Chainalysis cita inoltre un altro suo studio, il "2020 Crypto Crime Report", secondo il quale non ci sono prove che il bombardamento nello Sri Lanka condotto dall'ISIS nel 2019 sia stato finanziato con Bitcoin.

Bitcoin non è stato usato per donare 24 milioni di dollari ai Comitati Popolari di Resistenza

Secondo alcuni articoli pubblicati a gennaio di quest'anno, i Comitati Popolari di Resistenza di Gaza avrebbero ottenuto un finanziamento di 24 milioni di dollari tramite il servizio locale Cash4PS. 

Chainalysis ha confutato anche questa teoria: gli articoli in questione sostenevano, senza alcuna prova, che ogni singola transazione effettuata tramite i wallet di Cash4PS fosse correlata al finanziamento del terrorismo.

Inoltre, la maggior parte dei fondi ricevuti dai wallet di Cash4PS proveniva da altri indirizzi all'interno dello stesso network. Chainalysis stima che soltanto un milione di dollari provenisse da fonti esterne.