La scorsa settimana, in seguito al repentino calo di prezzo di Bitcoin, la paura, l'incertezza e il dubbio ha sopraffatto i trader di criptovalute. Tuttavia Dermot McGrath, head of research presso la società di investimenti blockchain Sino Global Capital, ha detto che la sua azienda preferisce una visione più a lungo termine.

Poco dopo il "Thanksgiving Crash", che ha portato BTC a 16.200$, è arrivata la notizia che il governo cinese aveva sequestrato 4,2 miliardi di dollari in crypto, nell'ambito dell’inchiesta sullo schema Ponzi "PlusToken". Giravano voci secondo cui queste monete sarebbero state vendute sul mercato, facendo crollare ulteriormente i prezzi.

Matthew Graham, CEO di Sino Global, ha successivamente scritto su Twitter che a suo parere la maggior parte dei Bitcoin di PlusToken era già stata venduta

"Uhm, secondo la mia interpretazione questi fondi sono stati *quasi tutti* già venduti. Niente FUD, quindi."

Inoltre, in un'intervista con Cointelegraph, McGrath ha raccomandato ai trader di imparare a guardare oltre i titoli dei notiziari, e questo vale a prescindere dalla vendita o meno dei token sospetti:

"Negli ecosistemi crypto e blockchain è importante essere in grado di 'eliminare il rumore di fondo'. Siamo rialzisti a lungo termine su Bitcoin e continuiamo a vedere il settore che si professionalizza e che matura". 

McGrath ha anche parlato di quello che per alcuni trader crypto occidentali è un vero taboo: i miner cinesi. Molti hanno ipotizzato che i miner cinesi potrebbero lanciare un 51% attack contro il network, e sono stati a lungo criticati da alcuni per il loro controllo su vaste fasce del supply di BTC:

"Sapete cosa c’è di bello nel fatto che la Cina possegga e mini notevoli quantità di Bitcoin? Assolutamente nulla."

McGrath, tuttavia, rifiuta entrambe le idee:

"Una delle ragioni per cui i miner cinesi sono diventati lo spauracchio dei trader occidentali è semplicemente una mancanza di comprensione. In teoria, sappiamo che i 51% attack possono verificarsi, ma semplicemente non esiste, nella community dei miner cinesi, un livello di centralizzazione/coordinamento ed incentivi tale da rendere possibile una cosa del genere per le crypto principali.” 

McGrath ha aggiunto:

"Per quanto riguarda il dumping delle monete, è possibile che i miner cinesi siano influenzati da fattori esterni, che li porterebbero a gestire le proprie coin in modo diverso. Questo è comprensibile in aree geografiche differenti dalla nostra." 

Quando gli abbiamo posto una domanda in merito ai target di prezzo, McGrath si è rifiutato di fare previsioni mirabolanti. Tuttavia, ha fatto chiarezza in merito ai principi che guidano gli investimenti di Sino: 

"Scegliere progetti e team con cui condividi una visione, di cui sei convinto. Investire a lungo termine e non farsi prendere dalle fluttuazioni quotidiane del mercato. Se riusciamo a trovare, sostenere e incubare questi progetti, allora abbiamo fatto il nostro lavoro". 

I prezzi degli asset crypto sembrano in ripresa ed alcuni analisti ritengono che siamo diretti verso un nuovo bull market: forse, a questo punto, le parole di McGrath meritano di essere prese in considerazione.