Mentre il governo cinese continua a contrastare il mining di criptovalute, i prezzi delle schede grafiche stanno diventando più accessibili.

Stando a un report pubblicato lunedì dal South China Morning Post (SCMP), i prezzi di alcune schede grafiche sono crollati fino a due terzi sulle piattaforme di e-commerce cinesi, dopo che la provincia del Sichuan ha chiuso le operazioni di mining.

Lunedì, il prezzo della popolare scheda RTX 3060 è sceso a 4.699 yuan (730$) dal suo picco di maggio a 13.499 yuan (2.100$) su Tmall, sito retail gestito da JD.com.

La Quadro P1000, un'altra GPU di Nvidia, è scesa a 2.429 yuan (380$) da un picco di circa 3.000 yuan (470$) a inizio maggio, come riferito dal South China Morning Post, citando cambiamenti del prezzo tracciati dal fornitore di dati e-commerce Manmanbuy.

Il calo dei prezzi si allinea con un forte sell-off nel mercato delle criptovalute: ieri Bitcoin (BTC) è temporaneamente precipitato sotto i 30.000$ dopo un’altra ondata di FUD dalla Cina.

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Lunedì, la banca centrale cinese ha ribadito il divieto sul trading di criptovalute, esortando banche e istituti di pagamento a sospendere i servizi per conti associati ad attività crypto.

Dopo aver vietato il trading di crypto nel 2017, di recente il governo cinese ha intensificato i suoi provvedimenti anti-crypto con una forte repressione del mining. Le recenti notizie seguono una serie di divieti sul mining in vari poli principali in Cina, tra cui province ricche di energia idroelettrica come Sichuan e Yunnan. Anche le autorità di Xinjiang, Mongolia Interna e Qinghai hanno ordinato ai miner di cessare le attività.