La Agriculture Bank of China (AgBank), la terza banca più grande del mondo per asset, si prepara a implementare le rigide misure anti-crypto definite da Pechino e a controllare rigorosamente i suoi clienti, per assicurarsi che non siano coinvolti in alcuna forma di attività illegale legata al trasferimento, al trading o al mining di criptovalute.
La dichiarazione rilasciata oggi da AgBank ha seguito un incontro dell’istituzione con la Banca Popolare Cinese (PBoC), che ha convocato le principali banche domestiche e i fornitori di servizi di pagamento per ordinare loro di assicurarsi che i clienti coinvolti in transazioni legate alle crypto non abbiano accesso a servizi bancari e di regolamento. Un comunicato ufficiale ha ribadito che tutte le banche e gli istituti di pagamento “non devono fornire apertura o registrazione di conti per attività legate alle valute virtuali.”
La banca centrale ha sottolineato:
“Le istituzioni devono investigare dettagliatamente e identificare conti di capitali appartenenti a exchange di valute virtuali e operatori over-the-counter, e bloccare i servizi di trasferimento dei fondi tempestivamente; devono analizzare le caratteristiche delle transazioni di capitali legate all’hype di trading delle valute virtuali, e assicurarsi che le adeguate misure di monitoraggio e gestione siano implementate.”
Oltre a AgBank, anche l’Industrial and Commercial Bank of China, la Construction Bank of China, Postal Savings Bank of China e l’Industrial Bank, insieme all’app mobile per i pagamenti AliPay, erano presenti all’incontro con la PBoC.
La dichiarazione di AgBank è la prima rilasciata da una banca statale cinese in linea con il tenore della rinnovata gamma di misure anti-crypto di quest’anno. A fine maggio, il Financial Stability and Development Committee del Consiglio di Stato ha deciso di limitare il mining di Bitcoin (BTC) a fronte delle preoccupazioni sui rischi finanziari.
Inoltre, i regolatori finanziari regionali in Cina hanno intensificato le attività rilasciando avvertimenti contro campagne pubblicitarie o piattaforme di finanziamento illegali incentrate su crypto e blockchain, oltre a vietare alle istituzioni finanziarie e di pagamento di “fornire servizi direttamente o indirettamente legati alle valute virtuali.”
AgBank ha indicato che chiuderà immediatamente i conti e bloccherà i legami con qualsiasi cliente coinvolto nel trading di criptovalute. Inizialmente, la grande banca aveva chiesto ai suoi clienti di segnalare qualsiasi sospetta frode crypto, ma questa richiesta è stata rimossa dalla dichiarazione.
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Dopo aver vietato l’emissione di token e il trading di crypto nel 2017, durante la prima grande bull run del mercato, quest’anno ha visto un consolidamento della posizione ostile di Pechino nei confronti delle criptovalute decentralizzate. A metà maggio, tre grandi associazioni commerciali cinesi (la China Internet Finance Association, la China Banking Association e la China Payment and Clearing Association) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta avvertendo il pubblico dei rischi associati agli investimenti in criptovalute.
La forte repressione del crypto mining da parte di Pechino ha citato preoccupazioni sull’impatto ambientale del settore, soprattutto in regioni come la Mongolia Interna. Almeno tre società di mining, BTC.TOP, Huobi e HashCow, hanno cessato le attività in Cina continentale. Anche i social network e le società internet nel paese si sono allineati all’atteggiamento anti-crypto del governo, e negli ultimi mesi hanno censurato risultati di ricerca relativi alle crypto e hanno bannato profili legati al settore.