Secondo uno studio pubblicato dalla Bank for International Settlements (BRI), le stablecoin sarebbero prive dei meccanismi cruciali che garantiscono la stabilità del mercato monetario fiat e un modello operativo che dia il controllo normativo a una banca centrale sarebbe superiore alle stablecoin private.
Gli autori hanno applicato una "visione monetaria" della stablecoin e un'analogia con il settlement onshore e offshore del dollaro USA per sondare le debolezze dei meccanismi di settlement della stablecoin. 
Secondo lo studio:

"Sia nei mercati degli eurodollari che in quelli dei cambi, quando il credito delle banche private raggiunge i limiti della sua elasticità [cioè perde la capacità di mantenere la parità], interviene il credito della banca centrale, con l'obiettivo finale di proteggere la parità nel settlement globale in dollari".

Quando i detentori di eurodollari hanno tentato di portare i loro fondi onshore durante la crisi finanziaria di fine anni 2000, la Federal Reserve ha fornito uno swap di liquidità da 600 miliardi di dollari ad altre banche centrali per sostenere la parità, utilizzando quello che gli autori hanno descritto come "un apparato istituzionale non banale".

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Le stablecoin fanno da ponte tra i fondi on-chain e quelli off-chain e mantengono la parità con il dollaro statunitense fiat con un massimo di tre meccanismi: le riserve, la sovracollateralizzazione e/o un protocollo di trading algoritmico.
Le riserve, in particolare, sono "un valore equivalente di asset sicuri a breve termine in dollari". Secondo gli autori, le stablecoin assumono erroneamente la loro solvibilità (la capacità di soddisfare la domanda a lungo termine) sulla base della loro liquidità (la capacità di soddisfare la domanda a breve termine), sia che dipendano dalle riserve o da un algoritmo.
Inoltre, le riserve sono inevitabilmente legate al mercato della moneta fiat. Questo vincola la stabilità delle stablecoin alle condizioni del mercato della moneta fiat, ma in caso di stress economico esistono meccanismi per cercare di mantenere la liquidità bancaria sia onshore che offshore. La stablecoin non dispone di tali meccanismi. Un esempio fornito dagli autori è la crisi bancaria del 2023:

"Le banche centrali sono state probabilmente sorprese di scoprire che il sostegno del prestatore di ultima istanza alla Silicon Valley Bank a marzo 2023 era in effetti anche il prestatore di ultima istanza per USDC, una stablecoin che deteneva depositi sostanziali presso la SVB come riserva presumibilmente liquida".

Inoltre, le stablecoin devono mantenere la parità tra loro. I bridge sono un altro punto dolente. Gli autori paragonano i bridge blockchain ai dealer di cambio, che dipendono dal credito per assorbire gli squilibri nel flusso degli ordini. Le stablecoin non sono in grado di farlo. I tassi di interesse più elevati comuni on-chain rendono il loro compito più difficile.

Lo studio suggerisce che la rete di responsabilità regolamentata fornisce un modello di soluzione alle difficoltà riscontrate da stablecoin. In questo modello, tutti i crediti sono regolati su un unico libro mastro e si trovano all'interno di un perimetro normativo. "L'impegno di un sistema bancario a tutti gli effetti includerebbe la banca centrale e quindi avrebbe una credibilità che manca alle attuali stablecoin private di tipo crypto", affermano gli autori.
La BIS ha prestato maggiore attenzione alle stablecoin. A inizio novembre ha pubblicato uno studio che ha esaminato esempi di stablecoin che non sono riusciti a mantenere il loro valore di ancoraggio. Questo, così come l'attenzione legislativa che la stablecoin sta ricevendo nell'Unione Europea, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, testimonia il suo ruolo crescente nella finanza.

Traduzione a cura di Walter Rizzo