Una società di intelligence israeliana che opera nel settore blockchain sostiene di aver identificato alcune donazioni in Bitcoin (BTC) ricevute da Hamas, l'organizzazione che controlla la Striscia di Gaza in Palestina. A riportarlo è stato il sito di notizie finanziarie israeliano Globes.

Un indirizzo del wallet BTC utilizzato da Hamas è stato pubblicato per la prima volta il 31 gennaio sul canale Telegram dell'organizzazione. La società di intelligence Whitestream ha poi affermato che l'indirizzo si troverebbe sull'exchange di criptovalute statunitense Coinbase. Un secondo indirizzo, che non si trova invece su Coinbase, sarebbe inoltre stato pubblicato il 2 febbraio.

Come riportato la settimana scorsa, un portavoce dell'ala militare di Hamas aveva lanciato un appello ai sostenitori dell'organizzazione, invitandoli ad effettuare donazioni in Bitcoin per combattere l'isolamento finanziario.

Hamas, che governa la Striscia di Gaza dal 2007, comprende un braccio di servizi sociali chiamato "Dawah" e una fazione militante chiamata "Brigate Izz ad-Din al-Qassam". Il gruppo è considerato un'organizzazione terroristica da diversi paesi e organizzazioni internazionali, tra cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Russia, Turchia e Cina non hanno invece delineato (almeno ufficialmente) il gruppo come un'entità terroristica.

Secondo le stime di Whitestream, a due giorni dalla pubblicazione dell'annuncio sarebbero stati donati circa 2.500 dollari. Una delle donazioni al primo indirizzo è stata fatta risalire a un trader di criptovalute di Khan Yunis, località nella Striscia di Gaza, altre arrivano invece da indirizzi ospitati dall'exchange di criptovalute Binance e dalla piattaforma russa Vilkov.

Tra il 2 febbraio e il 4 febbraio, sono state rintracciate ulteriori donazioni provenienti da un portafoglio Bitcoin collegato a CoinPayments e da uno collegato a Binance.

Le donazioni inviate al secondo wallet delle Brigate arrivano da indirizzi ospitati sugli exchange statunitensi Bittrex e Coinbase, da Binance e Vilkov, e dal servizio di mixing coinMixer.io, che "mescola" l'orgine dei fondi combinando più transazioni provenienti da wallet diversi, rendendo più difficile l'identificazione della loro fonte originale.

Come osserva Globes, gli exchange che operano in giurisdizioni che considerano il gruppo come un'entità terroristica potrebbero ricevere l'ordine di bloccare le transazioni.

Molte banche in tutto il mondo hanno infatti già bloccato vari servizi ad Hamas attraverso le loro misure anti-riciclaggio (AML) e contro il finanziamento del terrorismo.

Itsik Levy, cofondatore di Whitestream, ha dichiarato a Globes che "la blockchain stessa svolge gran parte del lavoro nell'identificazione delle attività illegali. Tutte le attività sulla rete sono registrate e documentate, quindi possono essere lette e analizzate in una fase successiva".

Come segnalato in precedenza, un'udienza del Congresso degli Stati Uniti ha concluso che, nella raccolta di fondi illeciti, le valute tradizionali offrono in molti casi un anonimato più robusto rispetto alle criptovalute.