Molti investitori, ora che Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico 34.778$, sentono ripagata la fiducia che hanno conferito al mercato crypto. Non si provava un simile entusiasmo dalla bull run del 2017, quando Bitcoin (BTC) raggiunse quota 19.783$.

Anche i media mainstream ne hanno preso atto, compreso il New York Times, che ha sottolineato come l'attuale rally sembri “molto diverso rispetto all'ultima volta". Molti nella community crypto sono d'accordo. Pertanto, è essenziale dare un'occhiata più approfondita ai fattori principali dell'attuale crescita. 

Questa volta non sono le "persone comuni" a guidare il rally 

"Bitcoin ha raggiunto un nuovo All-Time High, ma stavolta la situazione è molto diversa da quanto successo in passato."

Nel 2017, si credeva che la bull run di Bitcoin fosse stata in gran parte alimentata da investitori retail che speculavano sul nascente mercato BTC e su altre criptovalute, in seguito alla frenesia delle ICO.  

A quel tempo, si diceva che milioni di investitori retail in Corea del Sud, Giappone e Cina fossero diventati la reale forza trainante del mercato: sono state quindi le persone comuni ad aver spinto Bitcoin ad un apprezzamento di oltre il 1.300% nel 2017, come ha spiegato al Wall Street Journal il chief market strategist di IG Group, Chris Weston.

Trading Bitcoin rispetto alle singole valute. Fonte: The Wall Street Journal

Il trading in dollari aumenta con l'arrivo di Wall Street 

Nel 2020 il panorama degli investitori è cambiato radicalmente. Gli investitori istituzionali, che sono rimasti in gran parte ai margini della prima bull run, questa volta sono i principali artefici del rally.

Gli analisti si aspettano che questi investitori assumano posizioni di holding a lungo termine: stanno affollando i mercati dei future su Bitcoin (l'open interest sul Chicago Mercantile Exchange ha recentemente superato il miliardo di dollari) e rafforzando i loro bilanci con BTC piuttosto che lasciarli in dollari contanti.

Anche se non è insolito che gli investitori istituzionali siano in vantaggio sui mercati, vale la pena di ripetere che non sono stati i primi a convincersi della bontà delle crypto. Infatti, molti dei leader della corporate America che entrano ora per la prima volta in Bitcoin sono spesso le stesse persone che nel 2017 definivano BTC una truffa, o peggio. 

Ad esempio, ad ottobre PayPal ha annunciato che avrebbe supportato le transazioni in criptovalute per gli oltre 26 milioni di commercianti presenti sulla sua piattaforma. Inoltre, gli utenti possono anche acquistare, detenere o vendere Bitcoin, Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Bitcoin Cash (BCH).

È tuttavia alquanto ironico che nel 2018 Bill Harris, all’epoca CEO di PayPal, dichiarò che Bitcoin non avesse alcun valore e fosse destinato a crollare, arrivando persino a definirlo una truffa. Due anni dopo solo Square, società di Jack Dorsey, acquista BTC ad un ritmo paragonabile a quanto fa PayPal.   

Le aziende di Wall Street in precedenza si tenevano lontane da Bitcoin a causa della sua volatilità, definendolo nel migliore dei casi un asset rischioso e nel peggiore, come fece Warren Buffett, “veleno per topi”. L'oracolo di Omaha non sembra aver ancora cambiato idea in merito alle crypto, mentre altri grandi investitori fanno a gara per entrare nel settore.

Alcuni trader miliardari, da Paul Tudor Jones e Stanley Druckenmiller, sono diventati grandi sostenitori di Bitcoin, ed entrambi ora affermano di preferire la principale criptovaluta all'oro.

Nel 2017 il CEO di JPMorgan, Jamie Dimon, aveva minacciato di licenziare i dipendenti che facevano trading Bitcoin, mentre ora l'azienda pubblica report estremamente rialzisti sull'asset. Anche Larry Fink, CEO di BlackRock, il più grande asset manager del mondo, sembra aver cambiato idea su Bitcoin, suggerendo che non è implausibile pensare che "si evolverà in un mercato globale". Fink ha dichiarato:

"Bitcoin ha catturato l'attenzione e l'immaginazione di molte persone. Ancora non è stato testato ed è un mercato piuttosto piccolo rispetto ad altri."

Nel frattempo, il CEO di MicroStrategy Michael Saylor è stato il primo esponente aziendale di peso ad entrare nel mondo di Bitcoin, ma anche lui, in passato, non era propriamente un fan di BTC. Nel 2013, Saylor disse che i giorni di Bitcoin erano contati e che il mercato era destinato a subire un destino simile a quello del gioco d'azzardo online. 

Poi, con una svolta inaspettata, Saylor ha deciso di fare di Bitcoin il principale asset di riserva della società, acquistando 425 milioni di dollari di BTC. Oggi quell'investimento vale più di un miliardo di dollari.

Il 4 dicembre, Saylor ha comprato ancora di più BTC:

"MicroStrategy ha comprato circa 2.574 Bitcoin per 50 milioni di dollari in contanti, coerentemente con la nostra Treasure Reserve Policy, ad un prezzo medio di circa 19.427$ per Bitcoin. Deteniamo approssimativamente 40.824 Bitcoin."

Il mondo è cambiato dal 2017 ad oggi 

Un'altra differenza chiave è che il prezzo di Bitcoin, all’inizio del 2017, era di circa 1.000$. Nel 2020, BTC ha aperto a 7.200$. Oggi è un asset molto più costoso, e non tutti gli investitori retail potrebbero rendersi conto che non è necessario comprare un intero Bitcoin per ottenere un’esposizione all'asset.

Secondo alcuni, tuttavia, il COVID-19 ha scombinato le carte in tavola. Per i singoli investitori, il rallentamento dell'economia potrebbe aver messo a dura prova i loro piani di investimento. La disoccupazione negli Stati Uniti, ad esempio, si aggira al 6,7%: ciò significa che la fine di questa crisi potrebbe essere ancora molto lontana.

Un alto tasso di disoccupazione si traduce in un basso reddito disponibile, e lo Zio Sam non è stato molto d'aiuto. Sebbene BTC sia stato progettato per essere una grande forza di democratizzazione del denaro, in una congiuntura economica negativa come quella del 2020 è difficile che le persone ci badino troppo. Inoltre, a differenza del 2017, quest'anno gli investitori asiatici hanno venduto Bitcoin a un ritmo senza precedenti:

"Sebbene #Bitcoin abbia raggiunto un ATH questa settimana, un trend che potrebbe cambiare il volto del mercato è l’enorme afflusso di monete verso gli USA dall’Asia orientale. I grandi investitori americani stanno diventando il centro di gravità di BTC."

I bancomat Bitcoin in crescita

Sebbene il mercato delle criptovalute sia ancora in una fase iniziale, è già molto più maturo di quanto non fosse nel 2017. Gran parte dei progetti meno interessanti sono stati eliminati, e per molti versi il settore non viene più considerato il Far West. 

Nonostante le esitazioni degli investitori retail, i canali di ingresso sono in rapida crescita: basti vedere la continua espansione degli exchange, compresi quelli decentralizzati. Nel frattempo gli ATM Bitcoin (anche detti BTM), che stanno diventando un gateway competitivo e conveniente per gli investitori retail, stanno espandendo la loro presenza in tutto il mondo

A differenza degli investitori istituzionali come Jack Dorsey, il cui approccio all'acquisto di Bitcoin è così complesso da aver pubblicato un white paper a riguardo, i piccoli speculatori possono rivolgersi a soluzioni più vicine a loro, più familiari, come appunto i BTM. 

I BTM offrono agli investitori retail un accesso molto semplice al mercato. Per esempio CoinFlip, uno dei maggiori operatori di BTM, ha lanciato migliaia di macchine in tutti gli Stati Uniti, concentrandosi su luoghi in cui c’è maggior incidenza di persone senza conti bancari o accesso a internet. 

Ben Weiss, chief operating officer di CoinFlip, sottolinea che questo approccio è stato progettato per dare potere a coloro che sono generalmente tagliati fuori dal sistema bancario tradizionale

Ma non tutti i bancomat Bitcoin sono uguali: ci sono alcuni operatori che applicano commissioni enormi, vicine al 20%, una pratica che va contro i principi di democratizzazione su cui è stato fondato il Bitcoin.

Fortunatamente, un numero crescente di aziende tende ad abbassare le fee, con CoinFlip e CoinSource che richiedono rispettivamente il 6,99% e l'11%.

"Ritengo che condividere con tutti le motivazioni che hanno portato Square a decidere di investire 50 milioni di dollari in #Bitcoin sia ancor più importante dell’investimento stesso (così che altri possano fare lo stesso)."

Pian piano la competizione in questo settore aumenterà, riducendo ulteriormente le fee: per i piccoli investitori, l'ingresso agli asset digitali è destinato a diventare sempre più semplice ed economico.

Joshua Harrison è un imprenditore londinese e investitore crypto. È il co-fondatore di Harrison & Keen Trade, azienda di trading e forecasting crypto. Harrison è attivo anche nel settore dei pagamenti digitali, dove fornisce consulenza agli imprenditori sulle loro strategie di lancio sul mercato e di compliance.

Le opinioni ed i punti di vista espressi nel presente articolo sono ascrivibili esclusivamente all'autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Cointelegraph.com. Ogni mossa di investimento e di trading comporta dei rischi, pertanto è necessario condurre ricerche personali quando si prendono queste decisioni.