Negli ultimi mesi l'industria del mining di criptovalute ha subito restrizioni in alcune zone degli Stati Uniti e del Canada; al contrario, la Russia sta offrendo diversi incentivi fiscali a chi vuole investire in tale settore. Con il sostegno diretto del governo, aprirà un nuovo centro di crypto-mining da 12 milioni di dollari nella Siberia orientale.
Secondo quanto riportato da media locali, la Corporazione statale per lo sviluppo dell'Estremo Oriente ha annunciato il lancio del centro di crypto-mining in Buryatia, una repubblica della Siberia orientale facente parte della Federazione Russa.
La struttura disporrà di 30.000 dispositivi per il mining, assumerà 100 lavoratori e consumerà 100 megawatt dalla rete elettrica. Sarà operativo da metà 2023 e sarà di proprietà e gestito da BitRiver, il più grande provider russo di servizi di localizzazione per il mining.
Il mining center godrà di un'ampia serie di incentivi, dall'azzeramento delle tasse sui terreni e sulle proprietà alla riduzione dell'aliquota d'imposta sul reddito. Per l'operatore, inoltre, i prezzi dell'elettricità saranno dimezzati.
Il sostegno del governo si spiega con lo status giuridico della Buryatia, "territorio di sviluppo avanzato", una zona economica speciale incentivata ad attrarre investimenti nazionali e stranieri. La Corporazione per lo sviluppo dell'Estremo Oriente è una filiale del Ministero dello Sviluppo dell'Estremo Oriente e degli Artici ed è specializzata nel supporto di progetti di investimento.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni finanziarie, il governo russo ha rivisto la sua posizione anti-crypto, in particolare quella relativa al mining. A luglio 2022 Gazprom Neft, gigante statale del gas, ha stretto una partnership con BitRiver per fornirle elettricità generata dal metano. Nell'ambito della collaborazione, BitRiver ha iniziato a sviluppare un'infrastruttura digitale in prossimità dei giacimenti petroliferi, dove Gazprom fornisce gas di scarico (flare) per le strutture di crypto-mining.