Secondo i media locali, l'autorità di regolamentazione finanziaria della Corea del Sud avrebbe intenzione di indagare sulle commissioni di transazione applicate dagli exchange di criptovalute nazionali, con l'obiettivo di ridurre i costi di trading per gli utenti.
La Financial Services Commission (FSC) della Corea del Sud avvierà un'indagine sulle commissioni di transazione imposte dalle piattaforme di trading locali e valuterà potenziali misure di intervento, secondo quanto riportato in data odierna dall'Herald Economy.
La misura fa parte del più ampio programma a favore delle criptovalute del neoeletto presidente sudcoreano Lee Jae-myung. Lee avrebbe promesso di ridurre i costi delle transazioni di trading di crypto al fine di sostenere i giovani trader nell'ambito della sua campagna presidenziale.
Nell'ambito dell'indagine, la FSC intende condurre un'indagine sui crypto exchange in merito ai loro attuali sistemi di commissioni, ai metodi di addebito e agli importi raccolti.
Gli exchange locali applicano commissioni più elevate rispetto alle piattaforme estere?
In base a Herald Economy, la FSC si sarebbe detta pronta a indagare sulle commissioni applicate dai crypto exchange durante un briefing politico davanti al Comitato di pianificazione degli affari di Stato, che funge da team di transizione presidenziale per l'amministrazione di Lee Jae-myung.
“Dobbiamo esaminare se le commissioni attuali degli exchange nazionali rappresentano un onere eccessivo per i consumatori e se sono a un livello adeguato rispetto ai casi esteri”, avrebbe riportato un funzionario della FSC.
La FSC ha inoltre affermato di non aver ancora fissato un tasso di commissione target e di voler stabilire standard normativi sulla base di un'analisi comparativa delle commissioni applicate dagli exchange nazionali ed esteri e delle preferenze degli utenti.
Commissioni di supervisione dell'exchange pari allo 0,6% tra le iniziative precedenti
Il piano della Corea del Sud di indagare sul costo delle transazioni crypto sugli exchange giunge mesi dopo che, secondo quanto riferito, l'autorità di regolamentazione avrebbe richiesto agli exchange di corrispondere una fee dello 0,6% sui ricavi operativi a titolo di supervisione a partire da marzo 2025.
Secondo un rapporto dell'agenzia di stampa locale Naver, l'importo stimato delle fee di supervisione annuali da parte dell'industria crypto sudcoreana sarebbe pari a 8 miliardi di won coreani (5,8 milioni di dollari).
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I ricavi operativi si riferiscono all'anno fiscale 2023, con la società madre di Upbit, Dunamu, che avrebbe registrato un utile netto di 986,2 miliardi di won (714 milioni di dollari), laddove exchange più piccoli come Bithumb e Coinone avrebbe totalizzato rispettivamente 135,8 miliardi (98 milioni di dollari) e 22,4 miliardi (16 milioni di dollari) di won.
Cointelegraph ha contattato la FSC e l'organizzazione locale di autoregolamentazione, Digital Asset eXchange Alliance (DAXA), per un commento sulla notizia, ma senza ottenere alcuna risposta al momento della pubblicazione.
Traduzione a cura di Walter Rizzo