Stando alle cifre recentemente rilasciate dal governo della Corea del Sud, lo scorso anno le piattaforme di exchange con sede nel paese avrebbero generato circa 648 milioni di dollari, oltre la metà dei quali appertenenti al servizio Upbit.

Secondo i dati rilasciati dal legislatore Park Kwang-on e riportate domenica dalla testata giornalistica locale Yonhap News, i profitti totali del fiorente mercato degli exchange in Corea sarebbero cresciuti di circa l'8.025% rispetto al 2016, quando il valore complessivo dell'industria ammontava ad appena 7,5 milioni di dollari.

Le piattaforme di exchange hanno goduto per un lungo periodo di un mercato vivace e competitivo, prima che il governo della Corea del Sud minacciasse a dicembre dello scorso anno di implementare restrizioni o addirittura divieti sul trading di criptovalute.

Fortunatamente oggi l'atmosfera si è fatta più tranquilla, e sono state ufficialmente approvate le prime normative: gli exchange di criptovalute dovranno pagare delle pesanti tasse sui ricavi dello scorso anno.

A gennaio di quest'anno, il governo ha infatti richiesto alle piattaforme di exchange il pagamento d'imposte sia aziendali che sul reddito personale, per un totale di oltre il 24% rispetto agli introiti totali.

Upbit sembra essere la più colpita dalle nuove regolamentazioni, con una quota di mercato per il 2017 pari al 52,9%. Seguono Bithumb, Coinone e Korbit rispettivamente in seconda, terza e quarta posizione.

In particolare Bithumb, che lo scorso anno fece parlare di sé a causa di problemi relativi alla sicurezza del servizio e nuovamente questo mese grazie ad un prestigioso accordo con il popolare negozio online WeMakePrice, ha guadagnato ben 317,7 miliardi di Won (297 milioni di dollari) in commissioni.

Secondo le direttive emesse dal governo, i pagamenti dovranno essere effettuati entro la fine di marzo per la tassa aziendale, ed entro la fine di aprile per quella sul reddito personale.