Uno studio su alcuni dirigenti finanziari rileva che il 5% delle aziende intende investire in Bitcoin (BTC) quest'anno, con un ulteriore 11% che afferma di poterlo fare entro il 2024. 

Il sondaggio condotto da Gartner arriva sulla scia della notizia che Tesla ha investito l'8% delle sue riserve, pari a 1,5 miliardi di dollari, in Bitcoin. Anche MicroStrategy Inc., società che ha già investito grandi somme nella criptovaluta, ha recentemente annunciato un'offerta di obbligazioni convertibili da 600 milioni di dollari, con l'intento di utilizzare i proventi per acquisire ulteriori Bitcoin. 

I 77 intervistati, tra cui 50 CFO, hanno espresso opinioni molto diverse in base al settore in cui l'azienda lavora. Il settore tecnologico ha mostrato la maggiore attrazione verso il Bitcoin: il 50% degli intervistati di questo settore prevede di possedere la criptovaluta in futuro, senza alcuna differenza in base alle dimensioni dell'organizzazione. 

Anche se la maggior parte degli intervistati (84%) ha dichiarato che le loro principali preoccupazioni su questo investimento ruotano intorno al rischio finanziario che deriva dall'alta volatilità del Bitcoin, sembra anche che molti stiano adottando un approccio attendista per valutare gli sviluppi dell’ecosistema. 

Più del 70% degli intervistati ha dichiarato che vorrebbero sapere cosa gli altri stanno facendo con il Bitcoin. Quasi lo stesso numero vorrebbe maggiore chiarezza da parte dei regolatori, per aiutarli a comprendere meglio i rischi inerenti alla detenzione dell’asset digitale. 

Il chief of research di Gartner, Alexander Bant, ha sottolineato che "i leader finanziari che hanno il compito di garantire la stabilità non sono inclini a fare mosse speculative in un territorio sconosciuto":

"È importante ricordare che questo è un fenomeno nascente nella lunga tradizione degli asset aziendali." 

Altre preoccupazioni che sono state espresse includono l'avversione al rischio del consiglio di amministrazione (39%), la lenta adozione come forma di pagamento o di scambio (38%), la mancanza di comprensione (30%), i rischi informatici (25%), nonché il complesso regime fiscale e tributario (18%). 

Sebbene sia difficile trarre risultati statisticamente significativi da un campione così piccolo, vale la pena notare che un aumento degli investimenti aziendali potrebbe avere un enorme impatto su Bitcoin. Nella seconda metà del 2020, le aziende dello S&P Global al di fuori dei settori finanziario e delle utility hanno dichiarato circa 2.000 miliardi di dollari in riserve di liquidità: una cifra due volte maggiore rispetto all'attuale market cap di Bitcoin.

Il solo settore tecnologico potrebbe avere almeno 640 miliardi di dollari da investire, anche se la maggior parte delle aziende, finora, ha destinato solo una piccola percentuale di tali fondi a Bitcoin. 

La società di investimenti ARK Invest ha suggerito all'inizio di questo mese che, se "tutte le aziende dello S&P 500 dovessero allocare l'1% delle loro riserve" in BTC, il prezzo dell'asset aumenterebbe di circa 40.000$! Se gli investimenti aziendali salissero al 10% delle riserve, ARK sostiene che Bitcoin supererebbe i 400.000$. 

Lo studio, in ogni caso, segnala un forte aumento della consapevolezza verso l’asset rispetto a quanto emerse da un sondaggio della stessa Gartner nel 2018, in cui risultò che solo il 66% dei CIO conosceva la tecnologia blockchain.