Ali Sahraee, CEO della Borsa di Teheran (TSE) dal 2018, si è dimesso dopo la scoperta di impianti dedicati al mining di criptovalute all'interno dell'edificio.
Secondo un rapporto della Islamic Republic News Agency, sarà Mahmoud Goudarzi a guidare il mercato dopo le dimissioni di Sahraee. Il cambio di leadership sembra essere dovuto alla scoperta di “un certo numero di miner” nel seminterrato dell'edificio della Borsa di Teheran, situato nel distretto di Sa'adat Abad.
Inizialmente il TSE ha negato l'esistenza dei miner, affermando che l'attrezzatura faceva parte di un progetto di ricerca. Tuttavia, il vicedirettore esecutivo Beheshti-Sarsht ha successivamente affermato che la società dovrebbe essere ritenuta responsabile delle sue azioni.
Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha annunciato a maggio che Bitcoin (BTC) e il mining di criptovalute sarebbero stati vietati durante l'estate, nel tentativo di ridurre la pressione sulla rete elettrica del paese. Non è chiaro quando le autorità abbiano scoperto gli impianti di mining durante una "ispezione improvvisa" del seminterrato TSE, ma l'attività era apparentemente ancora illegale fino all'ultima settimana di settembre.
Durante il divieto, le autorità hanno condotto numerose incursioni contro i miner di criptovalute di grandi e piccole dimensioni, sequestrando hardware operante illegalmente e multando le famiglie responsabili della generazione di blocchi. Tuttavia, la maggior parte dei raid si è concentrata su fabbriche, case e piccole imprese abbandonate, niente di così alto profilo come la più grande borsa valori iraniana.
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La crisi energetica in Iran ha portato a numerosi blackout: molti politici hanno incolpato proprio il mining di criptovalute per aver assorbito quantità eccessive di energia. Tuttavia, un rapporto di agosto del Ministero dell'industria, delle miniere e del commercio sostiene che in realtà tali affermazioni ingigantiscono la reale portata del mining nel paese.