Stando al fondatore e amministratore delegato Pavel Durov, il messenger istantaneo Telegram, app crypto-friendly, sarebbe in grado di rivelare gli indirizzi IP già da diversi anni.
In data odierna Durov è intervenuto sul suo canale Telegram al fine di chiarire il suo recente post sulla divulgazione degli IP e degli indirizzi telefonici degli account che risultano coinvolti in attività criminali.
Estratto dell'ultimo post di Pavel Durov sulla divulgazione dei dati degli utenti su Telegram. Fonte: Du Rove’s Channel (Telegram)
"Il mio post precedente potrebbe essere emerso come un annuncio di un importante cambiamento nel funzionamento di Telegram. Ma in realtà, è cambiato ben poco”, sostiene Durov nell'ultimo messaggio ai suoi follower.
Divulgazione di informazioni degli account Telegram era già in atto “molto prima della scorsa settimana”
Secondo Durov, Telegram può divulgare gli indirizzi IP e i numeri di telefono dei criminali alle autorità dal 2018, in conformità con le sue politiche sulla privacy nella “maggior parte dei Paesi”. Egli ha infatti spiegato che:
"Ogni volta che ricevevamo una richiesta legale adeguatamente formata attraverso le linee di comunicazione pertinenti, la verificavamo e rivelavamo gli indirizzi IP/numeri di telefono dei criminali. La procedura era già in atto da molto tempo prima della scorsa settimana”.
Durov ha menzionato i dati del Transparency Bot di Telegram, progettato per fornire agli utenti il numero di richieste elaborate di divulgazione dei dati da parte delle autorità.
"Ad esempio, in Brasile, abbiamo divulgato dati per 75 richieste legali nel primo trimestre (gennaio-marzo) 2024, 63 nel secondo e 65 nel terzo trimestre. In India, il nostro mercato più grande, abbiamo soddisfatto 2461 richieste legali nel primo trimestre, 2151 nel secondo e 2380 nel terzo”, precisa Durov.
Per saperne di più sulla storia inedita del fondatore di Telegram Pavel Durov, consultate la guida di Cointelegraph.
CEO: Principi fondamentali di Telegram non sono mutati
Durov evidenzia come la notizia della scorsa settimana indichi che Telegram stia “razionalizzando e unificando la sua politica sulla privacy in diversi Paesi”.
Ha sottolineato che i principi fondamentali di Telegram non sono cambiati, in quanto l'azienda ha sempre puntato a rispettare le leggi locali pertinenti “a patto che non vadano contro i nostri valori di libertà e privacy”. Ha aggiunto:
“Telegram è stato concepito per proteggere gli attivisti e le persone comuni dai governi e dalle aziende corrotte - non permettiamo ai criminali di abusare della nostra piattaforma o di eludere la giustizia”.
Il chiarimento di Durov sulle politiche di divulgazione dei dati di Telegram giunge circa un mese dopo che le autorità francesi lo avevano incriminato con sei capi d'accusa relativi ad attività illecite compiute tramite il messenger il 28 agosto.
Dopo essere stato rilasciato su cauzione di 5,5 milioni di dollari, Durov ha rotto il silenzio sui social media per la prima volta dal suo arresto il 5 settembre, affermando che le accuse erano “fuorvianti”.
Fonte: Pavel Durov
Da allora il CEO di Telegram ha aggiornato attivamente gli utenti sulle misure adottate dal messenger al fine di contrastare le attività illecite sulla piattaforma.
Traduzione a cura di Walter Rizzo