Telegram condannata a pagare 625.000$ di spese legali in una causa relativa al marchio 'GRAM'

Telegram Messenger Inc. ha ricevuto l'ordine di pagare quasi 625.000 dollari di spese legali a Lantah, una piccola società crypto cui aveva fatto causa per l'utilizzo del ticker e del marchio 'GRAM'.

In una sentenza del 2 novembre, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Charles Breyer ha assegnato al convenuto 618.240 dollari di spese legali per 1.030,4 ore di lavoro fatturate a 600 dollari all'ora. Lantah aveva chiesto un risarcimento ad un tasso di 900 dollari all'ora, ma il giudice ha ridotto gli onorari per allinearsi alla tariffa di mercato per i servizi: inoltre, la piccola impresa ha anche ricevuto 6.737,35 dollari di costi che Telegram non aveva contestato.

Lantah LLC è stata citata in giudizio nel maggio 2018, dopo che Telegram aveva raccolto 1,7 miliardi di dollari attraverso una ICO per GRAM, il token nativo della sua piattaforma blockchain Telegram Open Network. 

Telegram aveva accusato la controparte di appropriazione del marchio, concorrenza sleale e falsa denominazione d'origine per aver tentato di lanciare il proprio token GRAM, ma Lantah ha prodotto una propria citazione nel giugno 2018, affermando di avere la precedenza sul marchio a fronte della domanda presentata alla fine del 2017 presso lo U.S. Patent and Trademark Office. 

Tuttavia, Telegram ha volontariamente abbandonato la causa ad agosto di quest'anno, dopo aver cancellato il progetto TON a maggio, ed ha accettato un patteggiamento in un'altra azione legale, intentata a giugno dalla U.S Securities and Exchange Commission (SEC).

La sentenza ha stabilito che la mozione di Telegram per archiviare volontariamente il caso era subordinata al pagamento da parte della società di tutte le spese legali sostenute da Lantah per la sua difesa. Poiché la causa è stata archiviata without prejudice, Telegram ha il diritto di presentare future richieste di risarcimento contro Lantah per il marchio GRAM. 

Nel suo accordo con la SEC, Telegram ha accettato di notificare preventivamente l’autorità prima di qualsiasi emissione di asset digitali nel corso dei prossimi tre anni.