Mina punta a diventare la blockchain più piccola del mondo: i responsabili hanno affermato che il suo protocollo mantiene una dimensione costante di circa 22 kilobyte. Ciò sarebbe possibile utilizzando un sistema di recursive zk-SNARK, la stessa tecnologia che viene utilizzata dalla privacy coin Zcash (ZEC). Tuttavia, mentre Zcash usa questa tecnologia per fornire una maggiore privacy ai suoi utenti, Mina intende sfruttarla per ottenere migliore scalabilità.
Lo zk-SNARK, acronimo di “Zero-Knowledge Succinct Noninteractive Argument of Knowledge”, permette a una parte di dimostrare di essere in possesso di determinate informazioni senza rivelare di cosa si tratta. Agisce in modo simile ad uno smartphone, il quale può riconoscere il suo proprietario senza memorizzare i dati personali dell'utente.
Si è discusso molto sull'uso degli zk-SNARK per migliorare la scalabilità di vari protocolli, tra cui quello di Bitcoin, anche se attualmente vi sono poche applicazioni pratiche di questa tecnologia. Evan Shapiro, CEO di O(1) Labs, la società che sviluppa la blockchain Mina, ha spiegato che sebbene questa sia una bella idea, il suo team ha dovuto affrontare molte sfide dal punto di vista tecnologico:
"Questa è un'idea splendida a livello teorico. Ma poi, quando si arriva alla sua effettiva realizzazione, ci sono molte complessità di cui bisogna essere consapevoli per riuscire a far sì che funzioni realmente."
La dimensione dei nodi della blockchain dipenderà dalle esigenze della rete. Un nodo "normale" richiederà solo pochi kilobyte, mentre un nodo che partecipa all’algoritmo di consenso potrebbe richiedere circa un gigabyte:
"Se sei un nodo normale, che ha solo bisogno di un accesso trustless e permissionless a pochi account, questo peserà solo pochi kilobyte, in quando hai solo bisogno della proof e degli account effettivi.
Se invece volete far parte di chi elabora l’algoritmo di consenso, allora avrete bisogno di tutti gli account. Supponiamo ci siano un milione di account. Ognuno pesa circa un centinaio di byte, probabilmente un po' di più, diciamo qualche kilobyte, quindi ci vuole un gigabyte per memorizzarli tutti."
Originariamente, il progetto era stato concepito con un algoritmo di consenso Proof-of-Work, ma il team ha deciso di adottare il sistema Ouroboros, elaborato da Cardano nel corso di quest'anno. Ciononostante, gli sviluppatori hanno fatto un lavoro notevole per adattare questo sistema alla crittografia zero-knowledge utilizzata da Mina. A differenza di Zcash, che è una semplice criptovaluta, Mina ha un layer per gli smart contract e una propria versione delle applicazioni decentralizzate, le famose DApp, dette "Snapps".
Shapiro ha spiegato che l'altra caratteristica fondamentale di Mina è che sarà in grado di attingere a dati esterni in modo sicuro e senza bisogno di oracoli. Questa combinazione di dati esterni e di crittografia zero-knowledge proof potrebbe aprire le porte a una serie di casi d'uso molto interessanti. Ad esempio, Mina potrebbe consentire agli utenti di fornire alle applicazioni finanziarie decentralizzate gli estremi della propria storia creditizia senza dover rivelare quali siano effettivamente le informazioni. Questo, a sua volta, potrebbe portare a una riduzione dei rischi intrinseci e dei tassi di interesse per i mutuatari. Gli utenti potrebbero, quindi, potenzialmente sfruttare le proprie informazioni Know Your Customer, già verificate da un exchange, per bypassare i requisiti di verifica richiesti da un’altra piattaforma.
Mina ha recentemente cambiato nome: prima era "Coda", ma il Consorzio R3, unione di grandi banche mondiali, credeva che fosse troppo simile a quello al proprio progetto DLT, "Corda". I legali di R3 hanno pertanto chiesto a 0(1) Labs di cambiare nome, per tutelare il proprio marchio. Il lancio del mainnet di Mina è previsto per i prossimi mesi.