La società di mining quotata Argo Blockchain ha pubblicato una relazione preliminare ottimista per i risultati nel primo semestre del 2020, nonostante il recente halving di Bitcoin (BTC) e una serie di “condizioni difficili.”

Argo Blockchain PLC è una compagnia londinese, le cui azioni sono quotate nel mercato principale della borsa di Londra. Nei sei mesi compresi tra l’inizio dell’anno e il 30 giugno, le entrate della società hanno raggiunto 11,2 milioni di sterline, un aumento del 280% rispetto al primo semestre del 2019 (pari a 2,93 milioni di sterline).

Secondo la compagnia, l’impennata dei profitti riflette un “notevole ampliamento della produzione.” Il totale dei Bitcoin minati durante i primi sei mesi del 2020 ha raggiunto 1.669 BTC, il 545% in più rispetto al primo semestre del 2019 (306 BTC).

Peter Wall, CEO di Argo, ha spiegato a Cointelegraph che nel corso dell’ultimo anno la compagnia si è concentrata strategicamente sugli “investimenti in nuove attrezzature per il mining, e sull’operazione di queste attrezzature nel modo più efficiente possibile.”

La relazione intermedia di Argo rivela l’entità della “notevole espansione dell’infrastruttura” aziendale, che nei primi tre mesi dell’anno ha coinvolto l’installazione e la configurazione di circa 11.000 nuovi dispositivi per il mining di Bitcoin.

Questo ampliamento sembra aver contribuito agli ottimi risultati malgrado la “considerevole incertezza” e lo “scenario di prezzi altamente volatile” associati alle criptovalute nel periodo precedente all’halving di Bitcoin, avvenuto a maggio 2020.

Come segnalato in precedenza, l’evento di “halving” si riferisce alla periodica e pre-configurata riduzione del 50% delle ricompense di mining distribuite per ciascun blocco sulla blockchain di Bitcoin. L’evento di maggio era molto atteso ed è stato seguito attentamente dalla comunità crypto per il suo impatto sul prezzo della criptovaluta e sui miner.

Riassumendone le conseguenze nel contesto del turbolento semestre, l’amministrazione di Argo ha sottolineato che l’halving “porta a una maggiore pressione sui miner inefficienti e può influenzare la difficoltà di mining.”

Wall ha commentato: “stiamo tenendo d’occhio l’hashrate SHA-256 e la difficoltà, e prevediamo che entrambi continueranno ad aumentare durante la seconda metà dell’anno, man mano che vengono introdotti nuovi modelli.”

“Il settore del mining, soprattutto in seguito all’halving di maggio, sta ovviamente diventando più consolidato,” ha spiegato Wall, aggiungendo:

“In un mondo post-halving, non sorprende che i miner più piccoli e meno efficienti facciano fatica a sopravvivere a causa della riduzione delle ricompense e della crescente competitività.”

Oltre a Bitcoin, Argo ha inoltre acquistato e installato hardware di Bitmain, nello specifico Antminer 750, per minare Zcash (ZEC) con l’algoritmo Equihash. Questa aggiunta ha portato il numero totale di dispositivi dedicati al mining di Zcash, insieme ai modelli più vecchi, a 1.750.

L’espansione di quest’anno, insieme a ciò che Argo indica come una serie di “strumenti di ottimizzazione hardware proprietari” sviluppati dal suo team tecnologico, sembrano essere i fattori principali che hanno guidato la società nel difficile contesto di questa primavera.

Durante la prima metà del 2020, il margine di mining di Argo è stato del 39%, cifra ostacolata secondo la compagnia sia dall’impatto dell’halving che dai bassi prezzi di mercato.

Il report nota inoltre che nel primo semestre dell’anno, “il mining è stato ulteriormente penalizzato dai noti problemi qualitativi dei miner Bitmain T17, installati durante il periodo” e responsabili di riduzioni nelle “performance dei dispositivi e nell’efficienza complessiva.” A quanto pare, Argo sta discutendo con Bitmain per affrontare le conseguenze di questa situazione.

Infine, secondo l’amministrazione di Argo, la pandemia globale ha introdotto “nuovi rischi di esecuzione” per la società di mining, anche se questo fattore “non ha ostacolato finora le nostre operazioni.”