A partire dal 1° gennaio 2026, le società crypto nel Regno Unito saranno tenute a raccogliere e comunicare i dati di tutte le operazioni e i trasferimenti effettuati dai clienti.
In un comunicato del 14 maggio, l'His Majesty's Revenue and Customs (HMRC) del Regno Unito ha specificato che per ogni transazione dovranno essere forniti il nome completo dell'utente, l'indirizzo di residenza, il codice fiscale, il tipo di criptovaluta utilizzata e l'importo trasferito. L'obbligo si estende anche alle transazioni crypto effettuate da società, trust e organizzazioni benefiche.
Le sanzioni per il mancato rispetto delle norme o per segnalazioni inesatte potrebbero raggiungere le 300 sterline per utente. L'HMRC ha assicurato che fornirà ulteriori dettagli alle aziende sulle modalità di adempimento, consigliando di iniziare fin da ora a raccogliere i dati necessari per garantire la conformità.
Questa misura rappresenta un importante passo avanti nell'adozione britannica del Cryptoasset Reporting Framework, promosso dall'Organisation for Economic Development al fine di aumentare la trasparenza fiscale nel settore. Il governo britannico mira così a creare un quadro normativo più solido, in grado di favorire la crescita del settore proteggendo al contempo i consumatori.
Coerentemente con questo obiettivo, alla fine di aprile il Cancelliere Rachel Reeves ha presentato un disegno di legge per regolamentare exchange, custodi e intermediari del settore crypto, con l'intento di contrastare truffe e frodi. "L'annuncio odierno manda un messaggio chiaro: la Gran Bretagna è favorevole alle criptovalute, ma intollerante verso frodi, abusi e instabilità", ha dichiarato Reeves in quell'occasione.
Secondo un report della Financial Conduct Authority pubblicato a novembre, nel 2024 il 12% degli adulti britannici possedeva criptovalute: un aumento significativo rispetto al 4% registrato nel 2021.
Approccio del Regno Unito in contrasto con il MiCA dell'UE
La decisione del Regno Unito di regolamentare le criptovalute all’interno del proprio quadro finanziario segna una netta divergenza rispetto all'approccio dell'Unione Europea, che di recente ha adottato il nuovo regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets).
Come sottolineato dalla MiCA Crypto Alliance, una differenza fondamentale riguarda il trattamento degli emittenti esteri di stablecoin: mentre l'UE richiede una registrazione obbligatoria, il Regno Unito consentirà loro di operare senza questa formalità.
Un altro elemento distintivo è l'assenza di limiti sui volumi delle stablecoin: l'UE potrebbe infatti imporre dei controlli per mitigare i rischi sistemici.