William Barr, procuratore generale degli Stati Uniti, ha pubblicato le linee guida ufficiali per l’opportuna applicazione delle regole relative ai mercati crypto.

La Cyber-Digital Task Force del procuratore ha elaborato il documento, ufficialmente intitolato "Cryptocurrency: An Enforcement Framework": lo conferma una dichiarazione dell’8 ottobre dal Department of Justice statunitense.

Il comunicato spiega:

"Il Framework fornisce una panoramica esaustiva delle emergenti minacce e sfide a livello di applicazione della legge associate a diffusione e utilizzo crescenti delle criptovalute; descrive nel dettaglio le importanti relazioni che il Department of Justice ha sviluppato con partner normativi ed esecutivi, sia all’interno del governo statunitense che nel mondo; e delinea le strategie di risposta dell’organizzazione.”

Le nuove linee guida arrivano in seguito all’azione legale mossa dal DoJ e dalla Commodity Futures Trading Commission statunitense contro l’exchange di derivati crypto BitMEX, citando una serie di attività illegali.

La criptovaluta è una tecnologia che potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui gli essere umani interagiscono, e come organizziamo la società,” ha spiegato Barr nel comunicato. “Garantire che l’uso di questa tecnologia sia sicuro, e non metta in pericolo la nostra sicurezza pubblica o nazionale, è di vitale importanza per gli Stati Uniti e i suoi alleati.

Inoltre, la dichiarazione ha riferito vari commenti da parte di altre autorità, sottolineando sia il potenziale d’innovazione della tecnologia che il suo utilizzo in operazioni illecite.

Il report comprende 83 pagine di contenuti sulle crypto, sui loro “utilizzi legittimi” e “applicazioni illecite,” autorità di regolamentazione pertinenti e un piano d’azione per il futuro.

Tra le categorie menzionate all’interno del settore crypto, il report ha segnalato gli asset focalizzati sulla privacy. Nello specifico, il Department of Justice ha nominato l’utilizzo di Zcash, Monero e DASH come “indice di possibili attività criminali.

Il report prosegue asserendo la giurisdizione statunitense su individui le cui transazioni crypto interagiscono con server basati negli Stati Uniti.

Il settore emergente delle crypto e della blockchain è un contesto complicato, aggiunge il report, evidenziando attività criminali come i pump and dump, un’annosa tattica illegale dal mercato azionario, modernizzata attraverso le criptovalute.

Tra i casi d’uso legittimi delle crypto, il framework include i pagamenti per beni e servizi, privi di terze parti. “I sostenitori delle criptovalute affermano che, eliminando la necessità di intermediari finanziari per convalidare e agevolare le transazioni, la criptovaluta ha il potenziale per minimizzare i costi di transazione e ridurre corruzione e frode,” recita il documento, descrivendo successivamente la classe di asset come una copertura contro l’inflazione.

In contrasto con le applicazioni legali menzionate, il report approfondisce anche le attività che ritiene illecite, suddivise in tre categorie: la compravendita di sostanze e prodotti illegali, il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale, e l’hackeraggio o la frode specifica alle crypto.

Nelle sue conclusioni, il report ha invitato a rafforzare la collaborazione con altri organismi direttivi e partecipanti negli Stati Uniti e nel mondo.

"Per promuovere la sicurezza pubblica e proteggere la sicurezza nazionale, tutte le parti interessate, dal settore privato ai legislatori, funzionari eletti e utenti di criptovalute individuali, dovranno adottare misure per garantire che la criptovaluta non venga usata come piattaforma per l’illegalità. Per consentire alla criptovaluta di realizzare il suo potenziale rivoluzionario, è imperativo che questi rischi vengano affrontati.”