Bitcoin (BTC) fatica a riconquistare i 20.000$, mentre il dollaro statunitense interrompe la sua crescita ai valori più alti degli ultimi due decenni.

BTC/USD, candele a un'ora (Bitstamp). Fonte: TradingView

Il DXY interrompe la sua crescita

I dati di Cointelegraph Markets Pro e TradingView hanno rivelato un braccio di ferro tra acquirenti e venditori, dopo che la coppia BTC/USD ha raggiunto il suo minimo settimanale. Tali perdite sono probabilmente dovute al fatto che lo U.S. Dollar Index (DXY) è in forte crescita: questo parametro ha infatti raggiunto il livello più alto dall'ottobre del 2022, a spese degli asset di rischio.

U.S. Dollar Index (DXY), candele a un'ora. Fonte: TradingView

Il rialzo del DXY si sta ora prendendo una pausa, permettendo all'S&P 500 e al Nasdaq di arginare le perdite:

"È bene notare con quanta rapidità gli asset di rischio tendono a salire quando il DXY scende di un valore anche minimo. Sono molto più reattivi rispetto a quando il DXY cresce.

Quando il DXY smetterà di crescere, credo che assisteremo a delle solide riprese."

Good to note how quickly risk assets tend to move up when $DXY even goes down the slightest amount.

Way more responsive to DXY’s downside than it’s upside.

When DXY does cool down we’re due for some solid bounces I reckon.

— Daan Crypto Trades (@DaanCrypto) July 12, 2022

Secondo l'analista Crypto Ed, il periodo buio per azioni e criptovalute non è ancora terminato. "C'è soltanto una piccola possibilità che Bitcoin registri una doppia correzione verso i 24.000-25.000$," ha commentato il trader in un suo recente video, dopo il picco di 22.400$ della scorsa settimana.

A suo parere le probabilità di un movimento rialzista sono basse, e vi è anche la possibilità di un totale collasso.

I detentori a lungo termine stanno affrontando una forte pressione

Ma per la società di analisi on-chain Glassnode, vi sono chiari segnali che indicano come Bitcoin si trovi in realtà nell'ultima fase del suo ciclo ribassista.

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Nell'ultima edizione della sua newsletter settimanale, "The Week On-Chain", gli analisti hanno affermato che i detentori a lungo termine — solitamente meno propensi a liquidare i propri asset — sono attualmente sottoposti a una notevole pressione di vendita:

"L'attuale struttura del mercato presenta molti segnali distintivi della fase successiva a un mercato ribassista, in cui più convinti sostenitori, i detentori a lungo termine e i miner stanno affrontando una notevole pressione.

Il volume dell'offerta in perdita ha ora raggiunto il 44,7%, di cui la maggioranza è gestita dai titolari a lungo termine. Ci troviamo tuttavia a un livello meno grave rispetto ai minimi dei precedenti cicli ribassisti."

Uno dei grafici a supporto di questa tesi è il Long-Term Holder Spent Output Profit Ratio (LTH-SOPR), un parametro che tiene traccia dei profitti e delle perdite realizzate dai detentori a lungo termine. Viene considerato un "detentore a lungo termine" chi non sposta le proprie monete per almeno 155 giorni:

"Il LTH-SOPR si trova attualmente a quota 0,67, indicando che il detentore a lungo termine medio registrerebbe una perdita del 33% se vendesse adesso."

Long-Term Holder Spent Output Profit Ratio (LTH-SOPR). Fonte: Glassnode