Un ex membro parlamentare del Regno di Tonga ha proposto al paese di adottare Bitcoin (BTC) come moneta a corso legale, seguendo le orme di El Salvador. La proposta verrà posta ai voti a maggio dal parlamento, e le aspettative sono incoraggianti. 

Mataʻiʻulua ʻi Fonuamotu, Lord Fusitu’a ha dichiarato a Cointelegraph l’intenzione di sfruttare strutture di mining alimentate dall'energia dei vulcani e gestite dallo Stato per creare ricchezza in Tonga. Il paese ha 21 vulcani, “ciò significa un vulcano ogni 5.000 persone.” Il Lord stesso detiene uno dei vulcani, grazie ad alcune terre ereditate dalla sua famiglia.

Le operazioni di mining di Bitcoin proposte utilizzerebbero l’energia geotermica dei vulcani per generare energia:

Ci vogliono due megawatt di elettricità per assistere 5.000 persone. Perciò 40.000 megawatt assisteranno l’intero paese. Ogni vulcano produce in continuazione 95.000 megawatt, lasciando una notevole scorta [di energia]. 

Daremo ad ogni famiglia un hash hut. Ma essendoci solo 20.000 famiglie, ci saranno solo 20.000 unità.

Secondo le stime ogni vulcano genera 2.000$ di Bitcoin al giorno, che il governo "regalerà" alle famiglie. Per un’isola di appena 120.000 abitanti, i guadagni per singolo individuo potrebbero essere ingenti.

Hash hut "familiari" di Bitcoin. Fonte: Lord Fusitu’a
Hash hut "familiari" di Bitcoin. Fonte: Lord Fusitu’a

Il Tonga ha bisogno di 26 milioni di dollari per la cablatura dell’operazione, ma la banca mondiale ha dichiarato che l’isola non ha il collaterale necessario per il finanziamento. Ad ogni modo il regno è riuscito a raccogliere i fondi attraverso una concessione tramite Least Developed Countries. Data l’influenza del Lord nella politica locale, e il fatto che dichiara di possedere un vulcano, dovrebbe riuscire nell’impresa. 

Lord Fusitu’a ha inoltre dichiarato di aver negoziato un’offerta gratuita per la tecnologia di mining, ma non ha ancora rilasciato i dettagli dell’accordo. Aziende cinesi come Bitmain hanno diverse quote di mercato in questo ambito. È possibile che alcuni profughi dalla Cina, a seguito del recente ban sulle operazioni di mining, siano diretti in Tonga. Ma per ora rimane solo una teoria:

“Per uno stato-nazione la matematica non cambia. La circostanza ideale è che uno Stato abbia il proprio sistema di mining.”

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Chi è Lord Fusitu’a?

Prima di essere un politico era un barista. Il Lord è un membro della nobiltà del regno di Tonga. L’isola è l’unico paese nel sud Pacifico che ancora oggi opera attraverso una monarchia indigena, decisione presa dal 1970, pur essendo un membro del Commonwealth. Tonga non fu mai colonizzata, nonostante le diverse pressioni attuate dagli imperi.

A novembre del 2021 il Lord ha deciso di dimettersi come parlamentare dopo essersi ripreso da operazioni mediche piuttosto serie ed aver vissuto in Nuova Zelanda per tre anni, dato che il Tonga aveva chiuso i confini a causa del Covid. Il fratello del Lord ha preso il suo posto in Parlamento: pertanto, secondo le dichiarazioni dello stesso Lord Fusitu’a, la sua agenda legislativa domestica rimane invariata. 

Due morti cliniche dovute a infortuni hanno ispirato la sua ambiziosa agenda al Global Organization of Parliamentarians against Corruption, che include legislazioni anti corruzione e pro gender empowerment, nonché politiche per contrastare il cambiamento climatico.

In un’intervista con Cointelegraph, come da consuetudine dopo una serie di operazioni cliniche, era a torso nudo e ricoperto di tatuaggi rappresentanti la storia del suo clan. Lord Fusitu'a si definisce un sostenitore di Bitcoin sin dal 2013, ma racconta di aver cominciato a programmare all’età di 8 anni. 

Durante il periodo di ospedalizzazione, in cui non poteva parlare né deglutire, trascorreva le sue giornate dedicandosi alla lettura. Rileggendo ogni singola parola pubblicata su Bitcoin, ha riaffermato la sua passione per l'asset digitale.

Il Lord è una figura di spicco nella community online di Bitcoin. Sui social ha più volte spiegato perché il suo paese, che dipende fortemente dalle rimesse, dovrebbe adottare BTC:

“È il denaro più solido mai ideato. È la combinazione di scarsità digitale e contabilità distribuita decentralizzata. Il denaro più democratico ed egualitario del pianeta. È denaro solido, l’asset più puro mai distribuito. Ha un apprezzamento annuo del 200%. Come riserva di valore, è l’asset migliore per i creditori. […]

Ma se sei un paese che dipende da rimesse come El Salvador o il Tonga, può cambiare la tua vita. Per paesi iperinflazionistici come il Venezuela o la Nigeria, dove per comprare una pagnotta di pane ti serve un barile di soldi, […] potrebbe permettere a quattro miliardi di persone di sopravvivere.”

 

Il piano

A Cointelegraph, Fusitu’a ha spiegato il piano suddiviso in quattro fasi per cambiare il modo in cui il Tonga opera la sua economia.

Il piano consiste nell’educazione finanziaria dei tongani sui pagamenti di rimesse in Bitcoin, adottandolo come moneta legale, implementando operazioni di mining nell’isola e creando una tesoriera nazionale in BTC.

Un punto chiave del piano si focalizza sull’educazione finanziaria della popolazione locale, la quale economia dipende fortemente sulle rimesse. Lord Fusitu’a aggiunge di essere stanco di vedere famiglie nei paesi in via di sviluppo perdere enormi somme di denaro, per loro assolutamente necessarie, a causa dei costi di intermediazione per inviare le rimesse a casa. 

Circa il 40% dell’economia tongana si basa sulle rimesse inviate dalla diaspora di circa 300.000 lavoratori oltreoceano, secondo quanto dichiarato da Lord Fusitu’a. I lavoratori emigrati inviano denaro all’isola, popolata da circa 120.000 persone. Siccome oltre il doppio della popolazione del regno vive al di fuori dell'isola, le rimesse sono di cruciale importanza per l’economia nazionale. 

Il lord ha sostenuto che “il PIL [tongano] nel 2020 era di 510 milioni di dollari, pertanto il 40% equivale a 200 milioni di dollari. Dunque il 30% di ciò, 60 milioni di dollari, rappresentano le commissioni alla Western Union.” 

In altre parole, l’ex parlamentare sostiene che le transazioni di Bitcoin senza commissioni apporterebbero alle rimesse di tutti un incremento del 30%, ovvero quanto pagato alla Western Union.

Tuttavia, la calcolatrice sul sito di Western Union sostiene che per una transizione da 100 dollari australiani è necessario pagare una commissione di 3 dollari, cioè soltanto il 3 percento e non il 30. In merito a ciò, Lord Fusitu’a ha commentato:

"In base al paese da cui si inviano i soldi il sito internet non mostra che esiste una commissione minima di circa il 10-25% su TUTTE le rimesse, ma segnala solo i 2,90$ su transazioni da 100$. Quando in media le rimesse di El Salvador e il Tonga sono di 50$-100$, il 30% di commissione è una somma alta. Inoltre il sito non mostra che ti verrà addebitato il forex slippage per l’acquisto di dollari australiani, la conversione in pa’anga tongani e l’acquisto del TOP."

Nel 2021 il regno ha dato inizio a una serie di programmi educativi sul denaro e ha inviato gruppi di delegati per una campagna di sensibilizzazione:

"Attualmente la gente paga 20$ per un biglietto dell'autobus, un viaggio che durerà tre ore. Attende poi in fila alla Western Union per pagare care commissioni sulle rimesse, ricevono soltanto 70$ invece dei 100$ che si aspettavano. Per non parlare della 'tassa' dei mendicanti che siedono fuori dalla banca.

Altre tre ore di viaggio per tornare al villaggio: arrivi a casa stanco e affamato, e a causa delle commissioni e del biglietto per il trasporto hai perso il 50-60% dei 100$ originariamente inviati."

È molto importante notare l’alto tasso di adozione di Internet tramite dispositivi mobile sull'isola. “Un cellulare con connessione a Internet può cambiare la vita immediatamente,” afferma Lord Fusitu’a. Per chi non ha un conto bancario, “un cellulare e un warm wallet rappresentano il primo approccio della sua vita a un qualunque sistema finanziario.

I wallet non-KYC, come Moonwallet, possono aiutare chi è privo di documenti:

“Non si tratta soltanto di Bitcoin, questo rappresenta un meccanismo accessibile per miliardi di persone povere nel mondo che non possono usufruire dei servizi bancari. I 200 dei 700 miliardi di dollari persi in commissioni di rimesse annuali a livello globale mettono in difficoltà la famiglia media.”

Nel 2005 il Tonga ha inoltre introdotto una tassa sui consumi del 15% anziché una tassa sul reddito, e ciò infierisce ulteriormente sulla popolazione povera. Se Bitcoin venisse adottato come valuta a corso legale, l’aumento di ricchezza nelle tasche dei tongani (e la conseguente diminuzione in quelle della Western Union) beneficerebbe il governo con un tale sistema fiscale.

Lord Fusitu’a fa anche conferenze settimanali sui fondamentali di Bitcoin nella sua lingua nativa. 

La legge sulla valuta legale

Il Lord ha studiato, prima del rilascio, il disegno di legge di El Salvador per rendere Bitcoin una valuta legale: il suo obiettivo è di introdurre una legislazione praticamente identica.

Il disegno di legge proposta dal Tonga è pronto da luglio del 2021 e adotterebbe Bitcoin come valuta a corso legale parallelamente alla moneta nativa, il pa’anga. Come afferma l’articolo 7 della Legge su Bitcoin di El Salvador, ciò renderà obbligatorio per i commercianti accettare pagamenti nella criptovaluta.

A maggio 2022 il disegno di legge verrà revisionato nella prossima sessione del parlamento. Per passare è richiesta l’approvazione della maggioranza parlamentare, almeno 14 membri su 26. 

Nove dei parlamentari sono dei Lord ereditari che “votano in massa” e presumibilmente seguono “sempre” le direttive di Fusitu’a, unico avvocato e procuratore in parlamento. Altri tre membri hanno invece un'esposizione a Bitcoin. Dato che servono soltanto due voti affinché venga raggiunta la maggioranza, le probabilità che la legge sia approvata sono alte. 

Lord Fusitu’a ritiene che, quando la legge sarà approvata, le rimesse provenienti dalla diaspora tongana aumenteranno esponenzialmente. Quelle in Bitcoin verso il Tonga hanno già visto un aumento nel 2021. 

La moneta locale è ancorata a cinque valute che la mantengono artificialmente scarsa, per proteggere le esportazioni dei suoi prodotti principali; ma ciò rende le importazioni particolarmente care. 

Bitcoin National Treasuries

La parte finale dei quattro punti del programma di Lord Fusitu’a è la costruzione di tesoriere nazionali per Bitcoin, come protezione contro l’inflazione. Le opinioni del Lord sull’utilità di Bitcoin hanno ispirato questa decisione, per quanto controversa dal punto di vista delle politiche economiche tradizionali:

"Tradizionalmente i mercati emergenti detengo la propria ricchezza in USD, un asset che perde il 5% del proprio valore ogni anno; in oro, che si svaluta del 2-6% all’anno; oppure in obbligazioni americane, in negativo dal 2008.

Anche noi deteniamo così la nostra ricchezza. Se a marzo 2020 avessimo trasferito i nostri 700 milioni di dollari di tesoro nazionale in BTC, a febbraio 2021 il suo valore sarebbe stato di 22,5 miliardi di dollari. [...]

Con un PIL di 510 milioni di dollari nel 2020, 22.5 miliardi di dollari equivarrebbero a 45 anni di produttività economica tongana, guadagnata in 11 a mesi. […] Quando Nayib Bukele sostiene di star 'comprando il dip,' vuol dire è che sta spostando il suo tesoro nazionale dai 3 asset 'morenti' a BTC."

Bukele è stato criticato diverse volte per le sue decisioni, la maggior parte delle critiche derivano dalla natura del suo mandato. I dati sulla partecipazione di Lord Fusitu’a a gruppi multinazionali suggeriscono la sua disposizione a collaborare con organizzazioni internazionali per assicurare il futuro economico della sua nazione. 

Cosa ci aspetta?

Ma se è così ovvio, perché anche gli altri paesi non seguono questa logica? La risposta di Lord Fusitu’a è la seguente: “Ne comprendono la logica, ma bisognerebbe spostare un sacco di denaro dalla finanza tradizionale.

Palau, un’altra isola del Pacifico, sta progettando una stablecoin basata su XRP di Ripple. “Sono pazzi? Il loro approccio è più accettabile perché la collaborazione con XRP e Ripple include legami con la finanza tradizionale.

Tuttavia, questa mossa potrebbe dimostrarsi rischiosa a livello internazionale. Nell'ottobre del 2021, l'Internal Monetary Fund ha pubblicato un report in cui riconosce che le criptovalute potrebbero sostituire le valute a corso legale nei paesi la cui economia emergente non è supportata da un solido sistema bancario, a meno che i regolatori non riescano ad assicurare la stabilità finanziaria di quei territori. 

Dal canto suo, Lord Fusitu’a è ottimista su entrambi i presupposti: l’adozione di BTC come valuta legale e i piani sul mining. "La community di Bitcoin adora vedere veder vincere i più deboli."

Così come altri nel mondo crypto, Lord Fusitu’a è un genio... oppure semplicemente un grande showman. O, perché no, entrambe le cose!