Il mining di Bitcoin si basa su equilibri molto delicati: i miner devono affrontare costi operativi e di capitale, riparazioni impreviste, ritardi nelle spedizioni dei prodotti, nonché normative poco chiare che possono variare da nazione in nazione. Oltre a ciò, nell'ultimo anno il prezzo di BTC è passato da un massimo di 69.000$ a un minimo di 17.600$.

Nonostante BTC sia attualmente in negativo del 65% rispetto al massimo storico, il consenso generale tra i miner è di mantenere la calma e di continuare ad accumulare: ma ciò non significa che il minimo di questo ciclo ribassista sia già stato raggiunto.

In un panel esclusivo organizzato da Cointelegraph e dedicato al mining, Nick Hansen, CEO di Luxor, ha commentato:

"Ci sarà sicuramente una crisi di capitale fra le società quotate in borsa, e non solo. Probabilmente ci saranno quasi 4 miliardi di dollari di nuovi ASIC che dovranno essere pagati non appena i nuovi prodotti saranno lanciati, e quel capitale non è più disponibile."

Hansen ha continuato:

"Gli hedge fund possono collassare molto rapidamente. Penso che i miner impiegheranno dai 3 ai 6 mesi per esplodere. Vedremo chi possiede buone operazioni, chi riuscirà a sopravvivere a questo ambiente caratterizzato da margini molti bassi."

Per quanto riguarda le prossime sfide e le aspettative per il futuro, Magdalena Gronowska di PRTI Inc. ha commentato:

"Una delle maggiori sfide che abbiamo dovuto affrontare in questa transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio è stato un investimento insufficiente in tecnologie e infrastrutture da parte del settore pubblico e privato.

Quello che penso sia davvero sorprendente del mining di Bitcoin è che sta introducendo un modo completamente nuovo per sovvenzionare lo sviluppo di infrastrutture per la gestione dell'energia e dei rifiuti. Sono sistemi che vanno oltre i tradizionali percorsi dei contribuenti o dei fornitori di elettricità, perché si basano su un regime di incentivi economici estremamente elegante."

Bitcoin distruggerà l'ambiente?

Il panel si è poi spostato sull'impatto ambientale del mining di BTC, e sull'idea ampiamente diffusa che tale attività rappresenti una minaccia per il pianeta. Joe Burnett, analista di Blockware Solutions, ha affermato:

"Penso che il mining di Bitcoin non sia dannoso per l'ambiente, punto. Ritengo semmai che incentivi una maggiore produzione di energia e la costruzione di una rete elettrica più affidabile e resiliente. Probabilmente nel lungo termine ridurrà persino il costo dell'energia per le persone. [...]

Il mining di Bitcoin premia chi riesce a produrre energia a basso costo, e questo è un bene per tutta l'umanità."

Il mining industriale guiderà la tanto attesa "adozione di massa" delle criptovalute?

Per quanto riguarda il dominio del settore del mining da parte di Bitcoin e il futuro del mining industriale, Todd Esse, CEO di Hashworks, ha affermato:

"Credo che, in futuro, la maggior parte del mining avverrà in Nord America e in Medio Oriente. In minor misura anche in Asia, a seconda di quanto saranno in grado di tagliare i costi. Dipende molto dalla disponibilità di risorse naturali, e di conseguenza dal costo dell'energia nella regione."

Sebbene si possa presumere che la crescente sinergia tra le grandi società energetiche e il mining di Bitcoin incrementerà la validità di BTC come asset d'investimento, promuovendone pertanto l'adozione di massa, Hansen non si è detto d'accordo:

"Non possiamo dirlo per certo. Ma sicuramente sarà qualcosa che trasformerà la vita di tutti, che lo sappiano o meno. Alla fine tutti diverranno acquirenti di ultima istanza, oppure di prima istanza dato che consumeranno energia. 

Il mining di Bitcoin trasformerà l'energia, i mercati energetici, il modo in cui viene prodotta e consumata. E, nel complesso, credo che migliorerà significativamente la condizione umana nel tempo."