Bitcoin è nato il 3 gennaio 2009 quando Satoshi Nakamoto estrasse il blocco genesi, coniando la primissima criptovaluta. Ma negli anni, alcuni indirizzi hanno accumulato un'enorme quantità di BTC.

Secondo il Blockchain Council, ad oggi oltre 19,71 milioni di Bitcoin (BTC) sono stati assegnati ai miner tramite "block rewards," ovvero l'incentivo finanziario per la validazione delle transazioni sulla blockchain. Il white paper di Nakamoto stabilisce che esisteranno fino a un massimo di 21 milioni di monete; in altre parole, la maggior parte dei BTC è già in circolazione.

I dati di BitInfoCharts mostrano che l'1,86% degli indirizzi, ovvero circa un milione, detiene più del 90% di tutti i BTC in circolazione. Queste entità, che possiedono enormi quantità di criptovalute, sono comunemente note come "whale."

Distribuzione di BTC. Fonte: BitInfoCharts

In un'intervista con Cointelegraph, Caroline Bowler, CEO dell'exchange di criptovalute australiano BTC Markets, ha affermato che la concentrazione di BTC in un numero relativamente limitato di indirizzi è tutt'altro che ottimale:

"Da un lato, solleva preoccupazioni circa la manipolazione del mercato, la centralizzazione e i vincoli di liquidità. Dall'altro, fornisce a questi grandi detentori una sostanziale influenza sul mercato, vantaggi strategici e opportunità esclusive."

Data questa distribuzione non uniforme della ricchezza, sostiene Bowler, è importante promuovere una maggiore decentralizzazione e migliorare la stabilità del mercato.

Il whitepaper originale di Nakamoto proponeva un sistema decentralizzato per transazioni peer-to-peer, che non richiedevano l'intervento di alcun tipo di intermediario o istituto finanziario. L'obiettivo del progetto era permettere alla gente comune di riottenere il controllo della finanza, fino a quel momento saldamente nelle mani delle élite.

Secondo i dati di Exploding Topics, poco più di 46 milioni di wallet di Bitcoin detengono almeno un dollaro di valore. Meno della metà di questi indirizzi possiedono almeno 100$.

Saldi dei wallet di Bitcoin. Fonte: Exploding Topics

I dati di BitInfoCharts mostrano che solo quattro wallet contengono oltre 100.000 BTC, per un totale di 688.681 BTC. I successivi 100 maggiori proprietari possiedono 2.464.633 BTC. Complessivamente, questi 104 indirizzi rappresentano circa il 15,98% della fornitura totale di Bitcoin.

Bowler ipotizza che, se quasi l'intera offerta di BTC venisse accumulata da un piccolo gruppo di whale, l'intero ecosistema cambierebbe:

"La concentrazione di quasi il 100% dei BTC in pochi indirizzi altererebbe fondamentalmente le dinamiche dell'ecosistema. Centralizzerebbe il controllo, minerebbe i principi fondamentali della decentralizzazione e porterebbe potenzialmente alla manipolazione del mercato, alla perdita di fiducia e a un maggiore controllo normativo."

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"Se quasi il 100% dei BTC fossero nelle mani di pochi, è probabile che l'interesse e lo sviluppo della rete svanirebbero," ha aggiunto Bowler. "Il fulcro del Bitcoin è che si tratta di un asset universale, i cui usi sono stati resi popolari dalla gente comune. Se perdesse quel tocco popolare, probabilmente le masse si sposterebbero verso un asset alternativo."

Un controllo del mercato senza precedenti, ma nessuna influenza sul protocollo

Phillip Lord, presidente dell'app di pagamento Oobit, ha detto a Cointelegraph che, se un piccolo numero di indirizzi possedesse la maggior parte dei BTC, queste whale otterrebbero ancora più controllo sul mercato. Ma non potrebbero comunque modificare la rete o il protocollo Bitcoin:

"Questa centralizzazione potrebbe potenzialmente avere un enorme impatto sul mercato, poiché questi indirizzi potrebbero influenzare il prezzo di BTC tramite grandi transazioni. Tuttavia, possedere una porzione così sostanziale di Bitcoin non fornisce intrinsecamente un controllo diretto sul protocollo o la possibilità di modificarne il codice."

Le whale esercitano già un'influenza significativa sulle dinamiche di mercato di BTC: con le loro enormi partecipazioni, possono condizionare domanda e offerta. Di conseguenza, i trader del mercato crypto tendono a tenere d'occhio le transazioni delle whale.

Fonte: CryptoQuant/Crypto India

Lord afferma che bisogna distinguere fra la criptovaluta BTC e il network Bitcoin, che funge da infrastruttura decentralizzata del progetto. Mentre gli individui possono detenere BTC come token, la rete Bitcoin opera su principi architettonici decentralizzati.

Lord sottolinea che il protocollo e il codice di Bitcoin potrebbero essere modificati in futuro, ma soltanto tramite un processo di consenso decentralizzato che non tiene conto del numero di BTC posseduti. Le modifiche vengono proposte tramite le Bitcoin Improvement Proposals (BIP), discusse e revisionate dall'intera community:

"Per implementare un cambiamento, è necessario ottenere un ampio supporto da parte di miner, sviluppatori e operatori di nodi. Una volta raggiunto un consenso sufficiente, i cambiamenti vengono incorporati in una nuova versione del software Bitcoin, che gli utenti possono o meno scegliere di adottare. Se una maggioranza significativa adotta la nuova versione, i cambiamenti diventano parte del protocollo Bitcoin."

Il modello di governance si basa sul consenso della community

Jonathan Hargreaves, Global Head of Business Development presso Elastos, ha dichiarato a Cointelegraph che un'eccessiva concentrazione della ricchezza in un numero limitato di wallet rappresenta un problema economico estremamente grave.

Secondo i dati dell'organizzazione no-profit britannica Oxfam International, attualmente 81 individui possiedono oltre il 50% della ricchezza del pianeta. Hargreaves ha affermato che, se BTC seguisse quella strada, la "concentrazione della ricchezza potrebbe portare a una maggiore centralizzazione." Ciò potrebbe potenzialmente alterare i "principi fondamentali di Bitcoin," che miravano a ridefinire il contratto sociale e intredurre un consenso globale.

Ad ogni modo, Hargreaves ritiene che il possesso di ingenti quantità di BTC non fornirebbe alcun controllo sullo sviluppo del network stesso:

"Bitcoin e le valute decentralizzate promettevano una maggiore inclusione, ma questo obiettivo non si è concretizzato come previsto. Tuttavia, il modello di governance di Bitcoin non concede ai detentori l'autorità di modificare i suoi meccanismi principali. Principi chiave, come il limite di 21 milioni di monete e la natura non inflazionistica, sono immutabili: quindi i vantaggi dei grandi detentori di BTC sono limitati alle opportunità di creazione di ricchezza."

Certi aspetti del codice di BTC sono stati modificati o rimossi in passato. Ad esempio Operation Concatenate (OP_CAT), un opcode che consentiva agli utenti di combinare due data set in un singolo script di transazione, è stato disabilitato nel 2010 da Nakamoto per motivi di sicurezza.

Il modello di governance di Bitcoin si basa sul consenso della community – che comprende sviluppatori, operatori di nodi, miner e tecnici – in maniera analoga ad altri progetti open-source:

"La concentrazione della ricchezza potrebbe non rappresentare una minaccia diretta; tuttavia, la centralizzazione dei fondi all'interno di una manciata di indirizzi potrebbe erodere questi principi nel lungo periodo.

D'altra parte, ci si aspetta che gli stakeholder della community – tra cui Nakamoto stesso – resistano ai tentativi di influenzare il consenso. Pertanto non vedo il possesso della stragrande maggioranza dei BTC da parte di pochi individui come una minaccia per Bitcoin, ma piuttosto come un tentativo di 'acquistare' il network."

Non ci sono meccanismi che garantiscono una distribuzione equa dei fondi

Sasha Ivanov, founder dell'ecosistema Waves Tech, ha affermato che al momento non ci sono meccanismi che "garantiscano una distribuzione equa dei fondi e impediscano la classica distribuzione paretiana della ricchezza," in cui pochi individui possiedono la maggior parte dei BTC.

Ivanov ritiene che le whale, possedendo la maggior parte dell'offerta di un asset, possano manipolare il mercato e controllare indirettamente il prezzo:

"I grandi detentori hanno i mezzi finanziari per distorcere lo sviluppo del progetto nella direzione che ritengono più opportuna. Ciò potrebbe portare alla completa centralizzazione di Bitcoin, poiché la community non avrà alcun modo per resistere agli incentivi finanziari e sarà completamente guidata dalla visione di una piccola coorte di grandi detentori."