In base a una recente ricerca, gli investitori istituzionali confermano la propria fiducia negli asset digitali nonostante la forte correzione del mercato avvenuta a ottobre, con la maggior parte di essi che prevede di espandere la propria esposizione nei prossimi mesi.
Oltre il 61% delle istituzioni prevede di aumentare i propri investimenti in criptovalute, mentre il 55% mantiene una visione rialzista a breve termine, si legge in un rapporto pubblicato martedì dal gruppo bancario svizzero Sygnum, specializzato in crypto. Il sondaggio ha coinvolto 1.000 investitori istituzionali a livello globale.
Circa il 73% delle istituzioni intervistate sta investendo in crypto in previsione di rendimenti futuri più elevati, nonostante il settore sia ancora in fase di ripresa dal crollo record del mercato da 20 miliardi di dollari avvenuto ad inizio ottobre.
Tuttavia, il sentiment degli investitori continua ad essere caratterizzato da incertezza a causa di ritardi dei principali catalizzatori di mercato, tra cui il progetto di legge sulla struttura del mercato e l'approvazione di ulteriori fondi negoziati in borsa (ETF) su altcoin.
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Sebbene tale incertezza possa protrarsi fino al 2026, Lucas Schweiger, ricercatore capo dell'ecosistema crypto asset di Sygnum, prevede un mercato degli asset digitali maturo, in cui le istituzioni ricercheranno un'esposizione diversificata con aspettative di crescita a lungo termine.
“Il 2025 sarà caratterizzato da rischi misurati, decisioni normative in sospeso e potenti catalizzatori della domanda in un contesto di pressioni fiscali e geopolitiche”, sottolinea, aggiungendo:
“Ma ora gli investitori sono più informati. La disciplina ha temperato l'esuberanza, ma non la convinzione, nei confronti della traiettoria di crescita a lungo termine del mercato”.
Nonostante la correzione di ottobre, i “potenti catalizzatori della domanda” e la partecipazione istituzionale rimangono ai massimi storici, con le crescenti richieste di ETF che segnalano un aumento della domanda istituzionale, aggiunge Schweiger.
Almeno 16 richieste di crypto ETF sono attualmente in attesa di approvazione, ritardata dallo shutdown del governo statunitense, giunto ormai al quarantesimo giorno.
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ETF basati su staking potrebbero costituire il prossimo catalizzatore istituzionale
I fondi ETF basati sullo staking di criptovalute potrebbero rappresentare il prossimo catalizzatore fondamentale per la domanda istituzionale di criptovalute.
Oltre l'80% delle istituzioni intervistate ha espresso interesse per i fondi ETF basati su criptovalute oltre a Bitcoin (BTC) ed Ether (ETH), mentre il 70% ha dichiarato che inizierebbe a investire o aumenterebbe i propri investimenti se tali fondi offrissero ricompense per lo staking.
Lo staking consiste nel bloccare i propri token in una rete blockchain proof-of-stake (PoS) per un periodo prestabilito al fine di proteggere la rete e guadagnare in cambio un reddito passivo.
Parallelamente, gli investitori stanno ora anticipando la fine dello shutdown del governo, che potrebbe portare ad “approvazioni in blocco” per gli altcoin ETF da parte della Securities and Exchange Commission statunitense, catalizzando la “prossima ondata di flussi istituzionali”, conclude Sygnum.