Finché il sistema finanziario locale funzionerà in maniera efficiente, le criptovalute non verranno ampiamente utilizzate in Australia: è il parere della Reserve Bank of Australia (RBA), che ha recentemente pubblicato un resoconto sul settore delle monete digitali.
I motivi, spiega l'istituzione, sono molteplici. Primo fra tutti il "trilemma della scalabilità", secondo il quale le criptovalute possono realisticamente possedere soltanto due delle tre caratteristiche fondamentali al loro successo, vale a dire decentralizzazione, scalabilità e sicurezza.
Un altro ostacolo all'adozione in massa delle criptovalute è la loro forte volatilità. A tal proposito gli autori del documento citano Libra, la moneta digitale recentemente annunciata dal colosso del social network Facebook. La compagnia è riuscita a risolvere il problema della volatilità realizzando una stablecoin ancorata al valore di depositi bancari e titoli di Stato: così facendo ha tuttavia rinunciato alla decentralizzazione, in quanto deve far affidamento su organi centralizzati per l'acquisto e la gestione degli asset alla base della criptovaluta.
La RBA conclude il proprio resoconto affermando che lo sviluppo delle criptovalute è ancora acerbo, e pertanto questa tecnologia non rappresenta "una proposta abbastanza valida da poter essere ampiamente utilizzata in Australia", per lo meno fino a che il dollaro australiano "continuerà ad offrire una riserva di valore affidabile e con un basso tasso d'inflazione".
A maggio di quest'anno la Australian Securities and Investment Commission, l'organo che in Australia si occupa di regolamentare il mercato dei titoli azionari, ha pubblicato una serie di linee guida per criptovalute e Initial Coin Offering.