Secondo quanto riportato dall'agenzia da No Cut News, la Banca di Corea (BdC), avrebbe messo in guardia i cittadini di un possibile ampliamento del divario dei prezzi delle criptovalute tra gli exchange locali e gli exchange esteri.
La banca ha avvertito il pubblico di un'altra possibile comparsa del fenomeno soprannominato "kimchi premium", che consiste in una significativa differenza di prezzo della maggior parte delle criptovalute, soprattutto del Bitcoin (BTC), tra le piattaforme di exchange sudcoreane e quelle del resto del mondo.
Kim Dong-sup, funzionario del team di ricerca sui sistemi di pagamento della banca, ha affermato che tale fenomeno è un "indicatore del surriscaldamento del mercato interno".
La Corea del Sud è uno dei paesi con il più alto tasso di utenti cripto, al terzo posto dopo gli Stati Uniti e il Giappone. A gennaio, CoinMarketCap ha rimosso gli exchange sudcoreani dal suo indice, a causa della "estrema divergenza dei loro prezzi" da quelli del resto del mondo.
Ad esempio, durante il periodo compreso tra luglio 2017 e maggio 2018, le criptovalute in Corea del Sud costavano circa il 5 percento in più rispetto ai prezzi registrati nel resto del mondo. Il tasso dell'effetto kimchi ha raggiunto il picco del 48,29% a gennaio, mentre i prezzi delle criptovalute in exchange basati sul dollaro o sull'euro non avevano differenze sostanziali.
Dopo di allora, a febbraio Bloomberg segnalò che l'effetto kimchi era quasi scomparso.
Parlando delle conseguenze di un ulteriore effetto kimchi, la banca centrale ha esortato le autorità del paese a continuare a monitorare il mercato, nonché a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle criptovalute per impedire agli investitori di trasformare i loro risparmi di una vita in valute virtuali alla ricerca di un "disperato aumento di prezzo".
Secondo il rapporto della BdC, un alto tasso kimchi potrebbe causare altri effetti collaterali sul mercato del paese, come ad esempio il sorgere di transazioni illegali provenienti dall'estero.
Nel mese di dicembre 2017, le autorità coreane hanno vietato le criptovalute anonime al pubblico, mentre si vocifera che il divieto sulle Initial Coin Offering (ICO) possa venir revocato.