Il miliardario Wissam Al Mana, ex marito della celebre cantautrice e attrice statunitense Janet Jackson, ha richiesto a Facebook di rivelare le identità degli individui dietro ad una pubblicità sulla piattaforma che promuoveva una truffa basata su criptovalute utilizzando la sua immagine.

In caso è iniziato alla fine di febbraio, quando Al Mana ha intentato una causa contro il social network in merito ad una truffa che sfruttava il suo nome per promuoversi in Medio Oriente. Al Mana ha accusato l'azienda "Bitcoin Trader" di diffamazione, dichiarazione del falso per fini fraudolenti e pubblicità ingannevole.

Al Mana vuole conoscere le identità dei truffatori

Facebook ha rapidamente rimosso tali pubblicità, ma Al Mana teme che i truffatori possano pubblicare altri annunci simili in futuro. Pare pertanto che i suoi avvocati abbiano presentato una richiesta in tribunale per obbligare Facebook a svelare le identità dei criminali.

In particolare, Al Mana vorrebbe conoscere i nomi, gli indirizzi, i metodi di pagamento e gli indirizzi di fatturazione dei truffatori. L'uomo ha denunciato Facebook Ireland e tutte le parti coinvolte in questi annunci.

La data dell'udienza in tribunale è prevista per maggio, ma potremmo assistere ad un posticipo fino a 24 mesi a causa dell'epidemia di COVID-19.

Crypto-truffe e personaggi famosi

Parecchi truffatori tentano di accrescere la legittimità dei propri schemi fraudolenti sfruttando i nomi e i volti di figure molto conosciute. A novembre dello scorso anno, un giudice olandese ha ordinato a Facebook di pagare 10.000€ a John de Mol ogni qual volta sulla piattaforma appaia un annuncio fraudolento raffigurante la sua persona.

Questo mese è comparso su YouTube un account che impersonava Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, per promuovere un finto airdrop. Il truffatore chiedeva ai suoi follower di inviare ad un determinato indirizzo fra i 2.000 e i 500.000 XRP, per ricevere in cambio da 20.000 a 5.000.000 XRP.

Un gruppo di criminali ha persino finto di rappresentare l'Organizzazione Mondiale della Sanità, richiedendo tramite e-mail donazioni in Bitcoin per supportare la lotta al coronavirus.

Persino Striscia la Notizia, storica trasmissione satirica di Canale 5, ha trasmesso un servizio dedicato alle truffe basate su Bitcoin.