In seguito all'intensificarsi dei timori di una potenziale guerra commerciale globale, Bitcoin rischia una correzione più profonda a fronte dei dazi sulle importazioni annunciati dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal Ministero delle Finanze cinese.
Il Ministero delle Finanze della Repubblica Popolare Cinese ha annunciato nuovi dazi fino al 15% su alcune importazioni statunitensi a partire dal 10 febbraio, secondo quanto riportato nei documenti ufficiali pubblicati in data odierna.
L'annuncio dei dazi statunitensi da parte della Cina. Fonte: mof.gov
La politica cinese è stata adottata in risposta all'ordine esecutivo di Trump del 1° febbraio, che ha imposto dazi sulle importazioni di merci provenienti da Cina, Canada e Messico.
Nonostante una breve ripresa, oggi Bitcoin (BTC) è sceso sotto la soglia dei 100.000 dollari, pressato dai crescenti timori di una potenziale guerra commerciale innescata dai dazi di Trump.
Grafico a 15 minuti di BTC/USD. Fonte: Cointelegraph
Nonostante abbia individuato il suo bottom giornaliero ed invertito la rotta da 96.200 dollari, il prezzo di Bitcoin rischia di subire una correzione al di sotto dei 90.000 dollari a causa delle crescenti preoccupazioni globali sul commercio e sull'inflazione.
Ryan Lee, chief analyst di Bitget Research, sostiene che la decisione della Cina sui dazi potrebbe introdurre ulteriore volatilità sugli asset di rischio come Bitcoin.
"L'escalation delle tensioni potrebbe indebolire i mercati tradizionali, spingendo gli investitori a puntare su Bitcoin come copertura contro l'inflazione e la svalutazione della moneta. Tuttavia, un più ampio sell-off del mercato guidato dall'incertezza economica potrebbe anche innescare correzioni a breve termine, spingendo potenzialmente BTC al di sotto dei 90.000 dollari”, riferisce Lee a Cointelegraph.
Bitcoin rischia correzione a breve termine a causa della tradizionale volatilità del mercato
Storicamente, le grandi economie che introducono dazi sulle importazioni hanno causato “significativi ribassi del mercato”, spiega James Wo, fondatore e CEO della società di venture capital DFG:
“Ciò potrebbe comportare un potenziale rischio a breve termine di una più ampia correzione al di sotto dei 90.000 dollari per Bitcoin e nel mercato più ampio, comprese le azioni e le materie prime”.
“Ciononostante, una guerra commerciale prolungata potrebbe anche accelerare lo svilimento del dollaro, spingendo al contempo l'inflazione verso l'alto, al fine di spingere la domanda globale verso le alternative invece che verso gli asset denominati in dollari”, sottolinea Wo.
Nel frattempo, Bitcoin dovrà rimanere al di sopra dei 97.000 dollari onde evitare una maggiore volatilità al ribasso.
Liquidation Map su Bitcoin. Fonte: CoinGlass
Una potenziale correzione al di sotto dei 97.000 dollari innescherebbe oltre 1,3 miliardi di dollari di liquidazioni long a leva in tutti gli exchange, secondo i dati di CoinGlass.
A detta di Lee, Bitcoin e gli asset di rischio potrebbero subire pressioni al ribasso qualora i dazi rafforzassero il dollaro USA e attirassero maggiori afflussi di capitale.
“Il fattore chiave sarà la politica monetaria: se la Fed risponderà con tassi di interesse più bassi per contrastare lo stress economico, l'aumento della liquidità potrebbe dare slancio al prezzo di Bitcoin”, aggiunge.
Inoltre, Lee ritiene che l'aumento dei dazi potrebbe alimentare le preoccupazioni sull'inflazione ed i problemi legati alla supply chain, il che potrebbe portare gli investitori a considerare sempre più Bitcoin come una copertura contro la volatilità del mercato tradizionale.
Gli operatori di mercato attendono ora i prossimi colloqui di Trump con il presidente cinese Xi Jinping, volti a risolvere le tensioni commerciali e ad evitare una guerra commerciale su larga scala, cosa che potrebbe comportare implicazioni significative per i mercati globali.
$10T Crypto Market Cap in 2025? Dan Tapiero Explains. Fonte: YouTube
Traduzione a cura di Walter Rizzo