Il 3 novembre, Bitcoin (BTC) ha visto la più grande correzione negativa della difficoltà nell’arco di quasi 10 anni, mentre il network continua impeccabilmente a prendersi cura di sé stesso.

I dati forniti dalla risorsa di monitoraggio BTC.com mostrano che martedì la difficoltà di Bitcoin si è regolata automaticamente del 16%.

La perdita più grande in nove anni

Le stime degli ultimi giorni avevano suggerito che sarebbe stata circa del 13%, ma la correzione di oggi si è rivelata la seconda più grande nella storia di Bitcoin. L’unica variazione più ampia si è verificata nel 2011, pari al 18%, anch’essa alla fine del mese di ottobre.

Il grafico della difficoltà di Bitcoin con l’ultimo calo evidenziato
Il grafico della difficoltà di Bitcoin con l’ultimo calo evidenziato. Fonte: Glassnode/Twitter

Gli adeguamenti della difficoltà avvengono in automatico ogni 2016 blocchi, e permettono a Bitcoin di rimanere una “hard” money a prescindere da qualsiasi fattore esterno che influenzi i miner.

Una tale riduzione incentiva più partecipanti alle attività di mining a competere per le ricompense dei blocchi, e in seguito ne risulta che la difficoltà inizia a crescere di nuovo.

Al momento della stesura, però, le stime collocano la prossima correzione a un altro -16%, indicando che l’effetto dell’evento di martedì non è ancora stato percepito.

Per gli utenti, l’adeguamento al ribasso ridurrà le commissioni e accorcerà i tempi tra un blocco e l’altro, oltre a ridimensionare la quantità di transazioni in sospeso nella mempool di Bitcoin. Secondo le stime di Earn.com, la commissione di transazione ottimale per Bitcoin rimane alta, a 80.000 satoshi (11$).

Grafico a 2 mesi delle dimensioni della mempool di Bitcoin
Grafico a 2 mesi delle dimensioni della mempool di Bitcoin. Fonte: Blockchain

Il prezzo di BTC rimane invariato

Gli analisti sono sembrati poco sorpresi, lodando invece il sistema ideato da Satoshi Nakamoto per proteggere l’integrità del network e dei fondi.

L’aspetto più affascinante di #Bitcoin è senza dubbio l’adeguamento della difficoltà. Un meccanismo davvero fantastico,ha sintetizzato Travis Kling, fondatore dell’asset manager Ikigai.

Nel frattempo, l’hash rate del network di Bitcoin ha dato segni martedì di un’inversione a U dalla sua discesa, con le stime dei valori medi settimanali nuovamente dirette verso l’alto.

L’hash rate offre una visione di quanta potenza di calcolo viene dedicata alla convalida delle transazioni di Bitcoin. Qualche settimana fa, il parametro si trovava a un massimo storico, ma nella seconda metà di ottobre ha perso circa il 25%.

Al momento della stesura, il prezzo di Bitcoin sembra indifferente ai recenti sviluppi del network, con il range tra 13.000$ e 13.300$ ancora valido come supporto e BTC/USD intorno ai 13.700$.